Milano maglia nera in Italia per i reati. Municipi all’attacco.
Milano 3 Dicembre – Torna a infiammarsi il tema sicurezza. Milano è maglia nera in Italia per i reati e non si tratta di sola percezione secondo i Municipi, che si fanno portavoci di proteste e timori di cittadini e comitati. L’assessore Carmela Rozza sta girando tutte le Zone di Milano per ascoltare e negli ultimi giorni ha toccato alcuni dei quartieri più delicati. Due giorni fa la Zona 9, sconvolta dal caso Villa Litta e mercoledì la Zona 4, che lei stessa aveva riconosciuto meritevole di particolare attenzione. «Un anno fa – ha ricordato il presidente Paolo Bassi – sempre in questa sede lei aveva detto, testuale: “Questo è il Municipio più problematico sotto il profilo della sicurezza”. A distanza di 12 mesi, non c’è stato un impegno conseguente a quelle parole. Ho chiesto che si cambi registro. Iniziando magari dare risposta alle diverse proposte e richieste avanzate con concretezza dal Municipio 4». «Io non dico che non niente è stato fatto – precisa Bassi – dico che non c’è stata una risposta straordinaria a problemi straordinari. Noi cerchiamo di collaborare, senza faziosità politiche, ma in certi casi la situazione è fuori controllo, come in via Sacile, oppure ci sono questioni di cui non si viene a capo, come la moschea di via Faà di Bruno, o il centro sociale Lambretta. E il sindaco cosa dice?». La vicepresidente del Consiglio municipale Rosa Pozzani conferma: «La gente è stanca di numeri pre-elettorali, pretende obiettivi, risultati strutturali, credibili e risolutivi, come per esempio ai mercatini di viale Puglie: nonostante i ripetuti interventi il problema permane e anzi si aggrava». Martedì prossimo un’assemblea analoga è convocata in un’altra Zona calda, la 2, e il presidente Samuele Piscina tornerà a chiedere, fra l’altro, più decentramento: «I vigili di quartiere sono l’unico reparto che interloquisce col Municipio, che dovrebbe poter dire anche cosa fare. L’assessore ha voluto accentrare totalmente la Polizia municipale – spiega – ora ci troviamo con vigili che hanno pochissimi poteri, se non ascoltare e fare segnalazioni. In realtà i cittadini hanno bisogno che si possa intervenire direttamente e non solo ascoltare». In Zona 8 la Lega chiede l’applicazione dei Daspo urbani, con una mozione che parla di «decine di segnalazioni di moltissimi cittadini riuniti in gruppi e comitati che manifestano forte disappunto per il crescente degrado». «Sono arrabbiati e si sentono snobbati» spiega il capogruppo Enrico Salerani indicando un elenco di casi critici: «Via Console Marcello, cimitero Maggiore, piazzale Accursio, Villapizzone, viale Monteceneri, Torchiera, Gagnola, via Plana». In Zona 9 panoramica simile: «Furti continui, bivacchi, abusivi nelle aree verdi» spiega il presidente Giuseppe Lardieri. Qui si citano le vie Maffucci, Cosenz, Vincenzo Da Seregno, Valtellina: «Sono venuti fuori tutti i problemi – noi collaboriamo con vigili di quartiere e forze dell’ordine. Abbiamo chiesto 60 telecamere e un piano di illuminazione. In Zona avremo 23 vigili di quartiere. Noi non ci accontentiamo, certo il Comune deve essere sollecitato ma noi non vogliamo alimentare le paure della gente». Lardieri media, gli assessori (non solo leghisti) scalpitano. Intanto in Comune sembra un flop il bando per gli «stagisti della sicurezza» di cui si è parlato giovedì al tavolo coi sindacati. Dopo il passo indietro di 17 candidati, sono solo 5 i mediatori formati. Il comandante Marco Ciacci ha scritto ai i sindacati dei vigili ma restano grossi dubbi sull’operatività, per profili assicurativi e di incolumità personale. L’assessorato fa notare che il progetto è sperimentale, quindi per definizione può prevedere aggiustamenti o tempi più lunghi. Il vice capogruppo di Fi Alessandro De Chirico attacca: «L’assessore presentò il progetto come una grande innovazione, io ero perplesso. Nessuno vuole lavorare gratis e figuriamoci se lo vuole fare con il rischio di prendersi una accoltellata. Sala ci liberi di Rozza e la lasci dedicare alla sua campagna elettorale. Non aveva dichiarato che i suoi assessori avrebbero dovuto dimettersi se attratti dalle sirene dei Pirellone o romane?»
Alberto Giannoni (Il Giornale)
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