Sabato notte sono scattati controlli straordinari nella zona: accompagnati in questura 13 nordafricani e denunciati tre italiani
Milano 5 Dicembre – Un nuovo mercato della cocaina, con un’offerta di dosi sul modello della movida di corso Como, dove sono i pusher nordafricani ad avvicinare i clienti in coda per entrare in locali e discoteche. Ora il presidio di pusher nordafricani si allarga dalle colonne di San Lorenzo lungo i locali di via Molino delle Armi, a caccia di nuovi assuntori.
Proprio qui, oltre il parco Vetra, davanti ai locali e ai club dove i dj-set vanno avanti fino all’alba, sabato — fino a tarda notte — sono scattati i controlli da parte degli agenti del commissariato Duomo, guidati dal dirigente Ivo Morelli. Un blitz che ha portato alla denuncia di tre italiani e all’accompagnamento in questura di tredici nordafricani.
Dalla fine del parco delle Basiliche lungo via Molino Dorino, fin oltre via della Chiusa, gli spacciatori nordafricani intercettano il popolo della notte e offrono le loro dosi di cocaina. Ieri, alla fine dei controlli, dodici marea chini e un senegalese so no finiti in questura perché irregolari, e per loro partiranno le procedure in vista dell’espulsione.
Tra gli italiani controllati, invece, tre sono stati identificati e segnalati come assuntori di sostanze stupefacenti, perché trovati in possesso di dosi per uso personale. I tre si sono giustificati dicendo di aver acquistato la droga nei locali vicini, in via Molino Dorino, ma le verifiche degli agenti del commissariato non hanno dato riscontri alle loro dichiarazioni.
L’area, a est della storica movida delle colonne di San Lorenzo, è una nuova zona di conquista degli spacciatori. Popolata non da liceali e universitari, ma da una clientela più matura, quella dei trentenni e dei quarantenni.
Dagli angoli della strada, fino alle stradine che avvicinano in centro, i nordafricani smerciano coca, ma cercano di guadagnare anche portando a segno piccole estorsioni: puntano su obiettivi facili, persone che abbandonano i locali ubriachi, e rubano loro il telefonino. Per restituirlo chiedono poi ai legittimi proprietari da cinquanta ai cento euro. –
s.d.r. (Repubblica)
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