La “Sacra Conversazione” di Tiziano in mostra a Palazzo Marino

Cultura e spettacolo

Milano 7 Dicembre – L’opera scelta è un capolavoro di Tiziano, la maestosa pala d’altare “Sacra conversazione (Pala Gozzi)” proveniente dalla Pinacoteca Civica “Francesco Podesti” di Ancona, visitabile con ingresso libero fino al 14 gennaio. Insieme all’indiscussa importanza storico-artistica del dipinto di Tiziano, la scelta testimonia la vicinanza di Milano alla città di Ancona, che svolge un ruolo fondamentale come centro di raccolta e riparo di opere d’arte provenienti dai territori marchigiani colpiti dal terremoto.

La grande pala d’altare (olio su tavola, 312 x 215 cm) dipinta nel 1520 dall’allora trentenne Tiziano per il mercante di Dubrovnik Alvise Gozzi, destinata all’altare principale della chiesa di San Francesco ad Alto ad Ancona, è il primo dipinto firmato e datato di Tiziano a noi noto: in un cartiglio centrale in basso si legge infatti ALOYXIUS GOTIUS RAGOSINUS / FECIT FIERI / MDXX / TITIANUS CADORINUS PINSIT. La tavola è una tappa decisiva nell’affermarsi di una nuova forma di pala d’altare, svincolata dagli schemi architettonici e prospettici del Quattrocento. Una rivoluzione intuita da Leonardo con la Vergine delle Rocce, proseguita da Raffaello, ma interpretata da Tiziano con spirito aperto alla natura. L’opera appartiene al genere iconografico della pala d’altare definita ‘Sacra Conversazione’: la Madonna con il Bambino appare in un cielo di nuvole in vibrante movimento, infuocato dalla luce magica del tramonto; in basso contemplano  la visione San Francesco, a cui era dedicata la chiesa che ospitava la pala, e San Biagio protettore della città dalmata, che indica al committente inginocchiato l’apparizione celeste. Immerso in una calda luce reale, un paesaggio dove spiccano in primo piano le relazioni visive tra i personaggi: ognuno guarda qualcuno sino ad arrivare al Bambin Gesù che a sua volta punta lo sguardo sullo spettatore, chiamato ad essere parte attiva dell’opera. Sullo sfondo il bacino di San Marco con il Palazzo Ducale e il famoso campanile. Un dipinto grandioso che unisce Venezia, Ancona e Dubrovnik: Tiziano sembra suggerire un’alleanza tra i tre più importanti porti dell’Adriatico, sullo sfondo delle turbolenze politiche sul suolo italiano e dell’espansionismo ottomano.

Un capolavoro di Tiziano nell’elenco delle opere ospitate in Sala Alessi, scelto per celebrare il decennale dell’iniziativa, a testimonianza di come il grande maestro, rappresenti un trait d’union con gli altri grandi autori precedentemente ospitati. Il primo confronto è con la Madonna di Foligno di Raffaello, ospitata nel 2013, uno dei primi dipinti dove l’architettura spontanea sullo sfondo viene sostituita con un accenno di architettura naturale e umanistica, come anticipato da Leonardo, ospitato nel 2009, nella sua Vergine delle Rocce. E un ponte verso Caravaggio che per primo ha aperto le porte della Sala Alessi nel 2008 – sindaco Letizia Moratti – passando attraverso Piero della Francesca, ospite del 2016, con cui Tiziano si pone in discontinuità. E’ tra i primi a superare la composizione spaziale quattrocentesca, frontale e statica tipica del maestro di Sansepolcro, attraverso il gioco prospettico paesaggistico anticipando i chiaroscuri e la dinamicità barocca, di cui Rubens fu maestro, come si è potuto ammirare nella maestosa pala d’altare “Adorazione dei pastori” di Rubens, ospitata nel 2015.

Grazie al progetto allestitivo, i visitatori possono osservare il capolavoro di Tiziano e il retro della tavola. Una prospettiva inusuale che permette di osservare l’anima costruttiva della pala fatta di assi di legno rinforzate sul retro con centine costolate, in modo da toccare quasi con mano l’importanza materica dell’opera. Sul retro della tavola sono presenti schizzi a matita, in parte ombreggiati a pennello, realizzati da Tiziano raffiguranti varie teste, una delle quali potrebbe essere il bozzetto per il Bambino in una prima stesura del dipinto. Ammirare il retro della pala d’altare consente di scoprire come venivano realizzate opere che tanta importanza hanno avuto nella storia dell’arte. A valorizzare ancor di più il capolavoro, l’impianto illuminotecnico che utilizza la tecnica della luce miscelata, ottenuta componendo luci calde e fredde, favorendo una visione brillante dei colori.

Si unisce alle celebrazioni per il decennale un altro dono alla collettività, questa volta da parte del Municipio di Zona 7, ulteriore iniziativa per la più ampia conoscenza del patrimonio culturale cittadino. Dal 19 dicembre al 7 gennaio, presso l’Emeroteca di via Cimarosa 1 sarà possibile visitare con ingresso gratuito, l’esposizione di un importante dipinto, il “Ritratto di Francesco II Sforza”, conservato all’interno del Castello Sforzesco, nelle parti non aperte al pubblico.

Eseguito da un maestro lombardo del ‘500 da un originale perduto di Tiziano, il dipinto è testimonianza dello stretto rapporto tra Milano ed il grande maestro veneto. Già citato dal Vasari, il ritratto dell’ultimo duca Sforza segna un momento importante e poco noto del rapporto tra Tiziano e Milano, un binomio che si intensificherà intorno al 1540 con il dipinto “Allocuzione di Alfonso d’Avalos” (oggi al Prado) e con la meravigliosa “Incoronazione di spine”, già in Santa Maria delle Grazie oggi al Louvre. Il ritratto (olio su tela, 117 x 94 cm) effigia Francesco II Sforza, figlio cadetto di Ludovico il Moro, morto nel 1535; dopo la sua scomparsa  Milano passerà sotto Carlo V, iniziando così il periodo della “Milano spagnola”.

Seduto su una poltrona, il duca Francesco II Sforza indossa una vesta nera e una sovraveste con un ricco collo di pelliccia. Il volto, incorniciato da capelli e barba neri, è rivolto verso destra, sullo sfondo due colonne. Dell’originale si sono perse le tracce, ma forse si trova in Danimarca, paese natale della principessa Cristina, giovanissima consorte di Francesco II, cui probabilmente era stato inviato in dono come promessa nuziale.

Orari di apertura Tutti i giorni dalle 9.30 alle 20.00 (ultimo ingresso alle ore 19.30) Giovedì dalle ore 9.30 alle ore 22.30 (ultimo ingresso alle ore 22.00)

Chiusure anticipate 7 dicembre chiusura ore 12.00; 24 e 31 dicembre chiusura ore 18.00 Festività 8, 25 e 26 dicembre, 1 e 6 gennaio dalle 9.30 alle 20.00

Info mostra Tel. 800.167.619 | www.comune.milano.it | mostre@civita.it (dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 18.00, sabato dalle 9.00 alle 12.00). Prenotazioni solo per le scuole.

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