La cultura come chiave del futuro in Europa
Milano 9 Dicembre – Si è chiuso ieri a Milano il Forum europeo della cultura convocato in vista del 2018, che è stato proclamato dalle istituzioni comunitarie Anno europeo del Patrimonio culturale. Un appuntamento, cominciato giovedì, che è l’occasione propizia per fare il punto sui progetti realizzati e avviati nel campo della conservazione e del restauro.
La necessità che la scadenza del 2o18 vada oltre il carattere celebrativo è stata sottolineata dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, intervenuto a Milano. A suo avviso l’investimento in cultura è la scelta da cui passa il futuro dell’Europa nei prossimi anni».
Alcuni passi importanti sono stati compiuti di recente nel nostro Paese: per esempio un finanziamento dell’Ue di 105 milioni di euro, di cui 78 garantiti dal Fondo europeo di sviluppo regionale, ha consentito di effettuare incisivi interventi nel Parco archeologico di Pompei per la protezione dai rischi idrogeologici e dalle intemperie di un sito tra i più famosi al mondo, riconosciuto Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Un altro intervento di grande rilievo è stato la ristrutturazione, con un investimento di 5 milioni di euro, del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, dove sono custoditi i Bronzi di Riace. Grazie a questa operazione quel museo è diventato il più visitato nel Mezzogiorno d’Italia, dopo quello di Capodimonte a Napoli.
Oggi l’industria della cultura, ha ricordato al forum il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, ha assunto un rilievo di prim’ordine nei Paesi dell’Unione anche dal punto di vista economico, visto che in tutti i suoi comparti dà lavoro a ben 12 milioni di persone, per un fatturato complessivo di circa 5oo miliardi di euro. Nel corso del Forum, cui hanno partecipato anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala e il presidente della Lombardia Roberto Maroni, è intervenuto il commissario europeo per l’Istruzione, la cultura, i giovani e lo sport, l’ungherese Tibor Navracsics: a suo parere la sfida del 2o18 sarà dare a tutti, specie ai giovani, la possibilità di fruire del patrimonio culturale europeo.
Antonio Carioti (Corriere)
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