Milano 17 Dicembre – C’era una volta il quid di Renzi: sembrava grande quanto la sua presunzione, dettava i tempi di una rivoluzione oggi fallita, incantava un’Italia disperata. Furbo, fintamente simpatico, efficace nelle bufale, in sintesi un attore da Oscar.
C’era una volta quell’arroganza che faceva girare il mondo, autoreferenziale, inconsistente, in sintesi fumo negli occhi per gli allocchi che gli hanno creduto. Lo chiamavano quid, carisma, intelligenza politica al servizio di un partito che oggi lo detesta, che si frantuma in mille strade diverse, che riconosce soprattutto la volgarità di una conduzione egocentrica e senza visione. E il quid che peraltro non c’è mai stato, è diventato un disco rotto di cose dette e ripetute a cui non crede più nessuno. Con il tono lagnoso e stanco di un pugile suonato, senza i lampi delle sue battute più o meno stupide. Sarà colpa di quel ciuffo rispuntato che gli pesa sulla fronte, saranno quei chili di troppo che affaticano i movimenti, sarà quell’aria da vittima sacrificale che assume nelle trasmissioni televisive, ma Renzi è all’angolo. E lo sa “Si è raggiunto l’apice del merdaio”, ha detto. Perché l’affaire Banche e Boschi stanno facendo precipitare il PD. Perché anche Madonna Elena Boschi ha perso il quid e si aggira in televisione con l’aria sprovveduta di chi non sa più come giustificarsi, incollata alla poltrona come una sanguisuga, testimone per il partito di comportamenti che l’opposizione continuerà a ricordare durante la campagna elettorale. «Temo solo che il Pd sia rassegnato, serve grinta, entusiasmo» ha affermato da Formigli, con un guizzo di verità forse pensando a se stesso o prendendo atto che gli elettori PD ormai guardano altrove, delusi e disincantati.
Un sondaggio riservato – così riferiscono alcuni big del partito a Repubblica – dà il Pd attorno al 20 per cento. Un disastro. Anche il PD ha perso il quid.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano