Paura a Rogoredo: “Qui serve l’esercito” sos dalla farmacia

Milano

Appello della titolare dopo l’ennesima rapina: un uomo ha puntato il coltello contro la donna, poi è fuggito con l’incasso

Milano 20 Dicembre – Le hanno provate tutte. Prima le telecamere a circuito chiuso. Poi una guardia privata, infine la decisione drastica di abbassare la serranda nei giorni di turno, servendo i clienti attraverso una feritoia. Adesso, dopo l’ennesima rapina, alla farmacia di via Monte Palombino 9 a Rogoredo chiedono il presidio dell’esercito. «Lunedì scorso un uomo è entrato con un coltello, ha minacciato i miei collaboratori e si è fatto consegnare l’incasso — racconta la titolare, Annamaria Pennaglia — . Abbiamo fatto denuncia ai carabinieri di via Zama, ma ci hanno detto che sono appena otto persone, non possono fare miracoli. Il Comune non ha mai accolto i nostri appelli. A questo punto mi rivolgo direttamente al ministro dell’Interno, Marco Minniti. Vogliamo una pattuglia dell’esercito di fronte alle vetrine. Non si può rischiare la vita ogni volta che si va al lavoro». La farmacia si trova a poca distanza dal boschetto di Rogoredo, frequentato da anni da spacciatori di eroina e anfetamine, e dai loro clienti.

La rapina di una settimana fa, senza feriti, è stata particolarmente violenta. Alle sette di sera un uomo, con il volto in parte nascosto da un cappello, si è avvicinato al banco dei cosmetici. Ha tirato fuori dalla tasca un coltello da cucina. Ha strattonato per un braccio la farmacista che serviva prodotti di bellezza, le ha puntato la lama alla schiena e l’ha costretta a raggiungere il banco principale. A quel punto, il collega alla cassa gli ha consegnato i soldi che chiedeva. Alcune centinaia di euro, incassati nel pomeriggio. Sempre la scorsa settimana, e sempre poco prima della chiusura, è stata rapinata in modo simile la farmacia di Metanopoli, in via Monte Bianco a San Donato. Stesso copione, a 500 metri di distanza: il coltello puntato verso i farmacisti, le minacce, la cassa svuotata dei 1.300 euro di incasso. Solo che a Metanopoli i rapinatori erano in due. Anche in questo caso, la denuncia è stata fatta ai carabinieri. «Ringraziamo le forze dell’ordine, che fanno quello che possono. Ma la situazione qui è completamente fuori controllo, le istituzioni devono reagire. I tossicodipendenti bivaccano fuori per strada, non di rado scoppiano risse, o qualcuno si sente male. Ci sentiamo abbandonati», dice Annamaria Pennaglia.

La farmacia di via Monte Palombino, nei giorni festivi o comunque di poco transito nel quartiere, serve i propri clienti a serranda abbassata, anche in pieno giorno. Ma evidentemente non basta a rendere più tollerabile la vicinanza con il bosco della droga, che i residenti (e gli stessi investigatori) identificano come fonte principale dell’insicurezza nella zona. Al bosco di Rogoredo nell’ultimo anno polizia e carabinieri hanno fatto decine di blitz. Sono stati identificati e arrestati centinaia di presunti spacciatori. Operazioni che impegnano cani antidroga, uomini in tuta antisommossa ed elicotteri che sorvolano gli alberi e il raccordo dell’autostrada. Eppure la situazione è lontana dall’essere tranquilla. Ad ammetterlo è la stessa amministrazione comunale. Il sindaco Giuseppe Sala lo scorso 16 giugno ha riunito la giunta a Rogoredo. L’assessora alla Sicurezza Carmela Rozza disse ai residenti infuriati che «il Municipio 4 è forse il peggiore della città per quanto riguarda i problemi legati alla sicurezza ».

Franco Vanni (Repubblica)

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