23 Dicembre: una Marocchina con tre figli, sposata con un Italiano (premio furbizia 2017 assicurato), viene arrestata a Malpensa. Su mandato di cattura internazionale Francese, era, come si legge su Repubblica, una combattente in Siria. Si suppone non dell’esercito Curdo.
28 Dicembre: espulso un Kosovaro che risiedeva a Bolzano, ma aveva un sacco di amici di Jihad in tutta Italia, tra cui il muratore Bresciano, espulso pure lui, che sognava la guerra Santa in Franciacorta. Guerrieri di Allah 2.0, con le bollicine. Minacciava il papa, con fare profetico. L’hanno arrestato in Kosovo e condannato a sette mesi. Per l’espulso di ieri ci siamo tolti direttamente il pensiero.
Di fronte a questo pericoloso calo di pagatori di pensioni, Majorino è intenzionato a correre ai ripari. E prepara per Maggio un’altra grande manifestazione. Dobbiamo abbattere i muri, le porte, le finestre ed allargare le aperture. Dentro tutti, signori e signore, che altrimenti penseranno che siamo razzisti. D’altronde, pensano a sinistra, ogni popolo ha le sue mele marce. Ma noi dobbiamo guardare il bicchiere mezzo pieno. Finché ci lasciano guardare ancora qualcosa, giacché i morti in attentati in mezza Europa nulla possono più guardare. Questa è la differenza abissale, siderale, direi, tra destra e sinistra. Loro dicono: se salviamo mille individui da guerre immaginarie e povertà reali, uno o due terroristi sono un prezzo più che accettabile. Noi a destra diciamo che se riusciamo a tenere fuori uno o due terroristi in più i morti risparmiati al nostro popolo sono un prezzo più che accettabile per l’esistenza meno agiata degli altri mille. Questione, forse, di punti di vista, ma anche di civiltà.
Qualcuno, non tutti, ma qualcuno di certo, a destra, è ancora liberale. Noi liberali crediamo, talvolta, addirittura nella responsabilità individuale. Io non tengo fuori mille immigrati perché “gli immigrati ci rubano il lavoro” o perché “dobbiamo mantenerli”. No. Io tengo fuori chiunque non venga invitato da un imprenditore, da un cittadino che lo stipendi. E lo faccio perché non credo che esistano “gli immigrati”. Ma che esistano milioni di individui, con storie, desideri ed aspirazioni unici. E che, se devo correre dei rischi, voglio farlo per gente che qualche imprenditore voleva come collaboratore. E questa è la nemesi della porcata delle domande di asilo arrivate in massa in questi anni. E che di certo non è stata organizzata, voluta e creata da chi arrivava qui. Essendo decisamente più probabile che la grande idea l’abbia avuta qualcuno che marcerà per avere più immigrati, più sussidi e più Stato sociale da distribuire. Costi quel che costi. Anche che cada quell’invulnerabilità così difficilmente tenuta su dalle nostre forze dell’ordine. Quell’immunità che ci ha protetti dagli attentati. Quei muri che qualcuno vorrebbe abbattere, fregandosene dei feriti sotto le macerie. O dei morti.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,