Fido terrorizzato dai botti? Fategli ascoltare una canzone.

Zampe di velluto

I cani sono ipersensibili ai rumori. Per questo vanno protetti: con un cd musicale. O un’innocua cremina.

I fuochi d’artificio sono un’antica e affascinante tradizione (di cui io stesso sono un estimatore) quando organizzati nei posti adeguati e da professionisti del mestiere. I posti adeguati non sono certo i centri storici o le zone vicine agli ospedali, alle case di cura e ad altre strutture che meritano il silenzio e la tranquillità in ogni momento dell’anno, nessuno escluso perché chi è sofferente in un letto, magari già fatica a prendere sonno, figuriamoci quanto sia felice di sentire l’inferno scatenarsi per mezzora a suon di bombe più o meno legali. Per niente trascurabile poi è il bollettino di guerra che i telegiornali del giorno dopo trasmettono, con tanto di morti, ustionati, amputati e via discorrendo. Basterebbe questo per prendere provvedimenti drastici , con tanto di adeguate sanzioni senza le quali pare che il popolo italiano non riesca raggiungere barlumi di civiltà. Certo che, se ci si mette di traverso anche il Tar (come a Roma dove i botti erano stati vietati) , allora si vuole proprio il bollettino di guerra del primo dell’anno.

Daniela Veronese
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Daniela Veronese

Il problema dei botti e degli animali riguarda specificamente i cani, una buona percentuale dei quali soffre di vere e proprie forme fobiche nei confronti dei rumori come quelli provocati dai fuochi d’artificio e affini, creando non pochi problemi a se stessi, ai proprietari e magari all’automobilista che, rientrando dal veglione, si trova al centro della carreggiata un cane che si è perso e fugge verso une destinazione a lui ignota, purchè sia lontana dalle mitragliate che martellano i suoi timpani delicati. Proprio nella delicatezza e nella sensibilità del suo udito, sta il problema del cane nei confronti dei rumori secchi, improvvisi ripetuti e non è solo una faccenda che riguarda l’intensità ma anche le vibrazioni e i fischi che noi non posiamo percepire, mentre raggiungono la corteccia cerebrale del fedele amico dell’uomo attraverso un nervo acustico molto sviluppato. Fatto sta che la paura dei rumori forti che, in campo umano viene definita «liguirofobia», è molto comune nei cani, specialmente nelle razze o incroci di piccola o media taglia già di per sé con un carattere tendente all’iperattività. Il fenomeno può raggiungere picchi di ansia incontenibile e i cani, quando sentono questi rumori forti e ripetuti, tentano dapprima di nascondersi e poi di fuggire e possono arrivare a infrangere addirittura una vetrata o scardinare suppellettili per tentare, in ogni modo, di allontanare una situazione ipersensoriale divenuta insostenibile.

Cosa fare dunque se il sindaco della propria città ha deciso di permettere la «piccola guerra» di S. Silvestro? Il primo rimedio è quello, mezzora prima dello scoppio, di mettere nel lettore un Cd di musica tecno e alzare il volume. Starete male voi, ma è provato che il ritmo di questo sound interferisce con il rumore dei botti e rende meno sensibile il cane. É poi uscita recentemente una crema a base di Dexmedetomidina, un farmaco usato in anestesia, che si spalma all’interno della guancia ed è molto efficace senza effetti collaterali. Chi può, se ne vada dall’amico in campagna. Gioverà anche a lui. Sarò cattivo o non buonista, come si dice oggi, ma che le mie tasse servano per pagare il ricovero di chi si brucia le mani mentre appizza un petardone, non mi va proprio giù. Paghi con i suoi euro l’ambulanza, il pronto soccorso, il dermatologo e il chirurgo plastico. Sono certo assisteremmo ad un calo drastico di questi incidenti idioti. Buon anno!
OSCAR GRAZIOLI  (Il Giornale)

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