Bonometti (Confindustria Lombardia): 2017 ok ma la burocrazia ci condiziona
Milano 4 Gennaio – Se anche gli ultimi segnali della produzione industriale ( 3,2% a fine settembre su base annua) e del mondo del lavoro (più di 3,9 milioni di occupati e il tasso di disoccupazione sceso al 6,3%) sono positivi, dietro l’angolo restano incognite importanti per l’economia. Lo evidenzia Marco Bonometti, neo presidente di Confindustria Lombardia, nel tracciare un bilancio del 2017 e guardando alle opportunità dell’anno appena iniziato.
«Il 2017 può considerarsi positivo – analizza Bonometti -: ma sarebbe un errore abbassare la guardia e pensare che il lungo periodo difficile sia definitivamente alle spalle. Anzi, nella consapevolezza che le imprese devono sempre più misurarsi coni mercati globali, vanno create le condizioni affinché possano competere al meglio così da poter esercitare in pieno anche la loro funzione sociale». Il pressing di II numero uno degli industriali: «occorre ricreare i presupposti per consentire a tante piccole e medie imprese, ora escluse, di accedere ai finanziamenti» Bonometti (past president dell’Associazione industriale bresciana e leader del gruppo Omr, protagonista nell’automotive, con quartier generale a Rezzato) punta su più direzioni. Iniziando dalla richiesta di «maggiore semplificazione, di poche leggi e di facile applicazione, e meno burocrazia che, invece, finora ha condizionato il sistema produttivo». Senza poi dimenticare la necessità di accelerare gli interventi sul fronte delle infrastrutture, «indispensabili per consentire a un Paese modemo di progredire – sottolinea Bonometti – e non fermarsi di fronte al crollo dei ponti. Non scordiamo l’importanza di creare i presupposti per assicurare l’accesso al credito anche alle piccole e medie imprese che, con le nuove regole in materia, sono prive dei requisiti per ottenere finanziamenti». Ma per il leader di Confindustria Lombardia altri temi sono centrali in una strategia rivolta al futuro: «Guardando ai prossimi appuntamenti elettorali – analizza Bonometti – credo sia indispensabile auspicare una stabilità politica, accompagnata da interventi che siano vicini al mondo delle imprese: sia ben chiaro, non pretendiamo favoritismi, ma al tempo confidiamo nel venir meno della cultura anti impresa. La Lombardia e l’Italia, anche domani, avranno bisogno del comparto manifatturiero». In quanto all’occupazione, «il grande passo da compiere – spiega Bonometti – è finalizzato a riqualificare le persone. Troppo spesso le aziende cercando manodopera da assumere, ma non trovano le figure necessarie e questo crea distorsioni nel mercato. Bisogna lavorare per far incontrare domanda e offerta: stiamo puntando molto sulla formazione professionale e sui percorsi di alternanza scuola-lavoro nella prospettiva di avvicinare sempre di più le nuove generazioni al mondo delle imprese» che guarda «con decisione anche alla sfida “Industria 4.0″».
Carlo Guerrini (Avvenire)
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