Pagano l’affitto, ma subiscono le infiltrazioni dall’appartamento degli abusivi. E MM non interviene.

Milano

E le procedure per lo sgombero durano mesi 

Milano 4 Gennaio – È una vicenda surreale quella che vede protagonisti due coniugi che abitano in un appartamento di proprietà comunale in via Rizzoli: da un anno e mezzo, infatti, la signora Perrone e suo marito devono fare i conti con un’importante perdita d’acqua che – dall’appartamento al piano superiore – sfocia nel soffitto del loro bagno (peraltro senza finestre), facendo ammuffire le pareti e appestando l’ambiente con esalazioni mortifere. I due abitano al sesto piano del palazzo in via Rizzoli dal 1983, ma oggi la situazione è critica: «sto tempestando di chiamate il call center di MM, in passato è venuta una loro dipendente a esaminare la situazione. Ho preteso che chiudessero la fessura, ma l’intervento non è stato risolutivo. Purtroppo il problema è più complesso», afferma la signora Perrone.

Difatti, gli spazi al settimo piano dell’edificio sono occupati abusivamente da un uomo di nazionalità italiana e – finché non sarà effettuato lo sgombero – sarà impossibile porre fine al disagio; «noi non intendiamo spendere un euro per un signore che non paga l’affitto» prosegue la signora.

Sull’argomento è stata presentata mesi fa un’interrogazione dalla consigliera Silvia Sardone (Fi). Le risposte fornite dagli assessori Carmela Rozza (Sicurezza) e Gabriele Rabaiotti (Lavori Pubblici) descrivono ampiamente la prassi amministrativa da seguire in questi casi, ma a leggerle viene da mettersi le mani nei capelli perché, conoscendo i tempi burocratici, il timore è che i due sventurati dovranno convivere con questo problema ancora per diverso tempo.

Prima di procedere con i lavori nel bagno dell’abusivo («in stato pietoso», scrivono i tecnici MM) occorre programmare lo sgombero, «da concordare al Tavolo tecnico per il contrasto alle occupazioni abusive presso la Prefettura». Sembra che durante una riunione di inizio dicembre «la funzione security di MM divisione Casa» abbia inserito nella programmazione degli sgomberi anche il caso di via Rizzoli ma, «per ovvi motivi, non si può indicare la data precisa dell’escomio». Un mese dopo tutto tace, e a tormentare i due residenti è il fatto che, tra operazioni di sgombero e sistemazione del bagno al piano superiore, potrebbero passare ancora molti mesi, convivendo con muffa, tanfo e pareti ingiallite in un ambiente privo di finestre. «Viviamo in un modo indecente, non ce la facciamo più» è l’accorato appello della signora Perrone.

«Questo caso evidenzia la discriminazione verso i cittadini onesti», afferma Silvia Sardone. «Mentre chi occupa viene salvaguardato (continuando a vivere indisturbato nell’illegalità) chi subisce un danno deve accettarlo in silenzio. È assurda questa connivenza tra Comune e abusivi, quasi “coccolati” con gravi danni per chi paga regolarmente aspettandosi i servizi minimi. Cosa devono fare questi cittadini per non avere l’acqua in casa?».

A detta dell’azzurra «tutto il contesto MM di via Rizzoli presenta mancanza di manutenzione e situazioni non accettabili».

Andrea E. Cappelli (Libero)

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