Milano, il grande teatro abita qui: programmazione 2018

Cultura e spettacolo

Milano 5 Gennaio – Piccola precisazione prima della lettura: il teatro è bello tutto. O quasi. Nel senso che vale sempre la pena uscire di casa e lasciarsi stupire dall’arte e dal talento. Quindi ogni consiglio va preso un po’ così, come un’indicazione di massima. Un’ispirazione. Da alimentare poi con il proprio gusto. Anche perché le stagioni milanesi non sono certo avare di titoli e proposte. Il teatro è bulimico sotto la Madonnina. Ma la qualità rimane alta. Meno male. Si veda il Piccolo. Che dopo un inizio sonnacchioso, torna a fare sul serio.

Settimana prossima “Il Sindaco del Rione Sanità” di Mario Martone e “Nachlass” dei Rimini Protokoll, finora ospitati da Zona K (di cui si attende il cartellone). Ma l’attenzione è soprattutto per il 23 gennaio, debutto della nuova produzione “Freud o L’interpretazione dei sogni”firmata da Stefano Massini per la regia di Federico Tiezzi. Progetto curioso. In lunghissima tenitura fino all’11 marzo. E con un cast di alto livello (fra cui Fabrizio Gifuni). Dal 20 febbraio invece “Il teatro comico”, ovvero Goldoni riletto da Roberto Latini. Prima di Anagoor, il “Copenhagen” con Orsini, la Lojodice e Popolizio, Deflorian/Tagliarini, la “Santa Estasi” di Latella. Ma piace segnalare anche “Matilde e il tram per San Vittore”, produzione del Cooperativa di Niguarda, scritto e diretto da Renato Sarti, allo Studio dal 24 gennaio. Spostandosi in corso Buenos Aires, da lunedì all’Elfo Puccini si vede “L‘Acrobata” di Laura Forti per la regia di De Capitani, le pagine nere di Pinochet con Cristina Crippa e Alessandro Bruni Ocaña. A fine febbraio “Viva l’Italia. Le morti di Fausto e Iaio” di César Brie, a marzo “PPP” di Ricci/Forte, ad aprile il “Malagrazia” di Phoebe Zeitgeist.

Il tutto mentre al Franco Parenti si attende “Cita a ciegas. Incontrarsi al buio” della Shammah, dal testo thriller di Mario Diament. Chissà. Potrebbe essere una bella sorpresa «I ragazzi del massacro» di Paolo Trotti da Scerbanenco (prod. LinguaggiCreativi). Ma il Pierlombardo rimane soprattutto un salotto di grandi nomi: Laura Morante, Sonia Bergamasco, Piera Degli Esposti, Licia Maglietta, Lucia Mascino. Anche se forse il titolo più atteso è a luglio “Who is the king”, sorta di serie teatrale di Lino Musella, Andrea Baracco e Paolo Mazzarelli. Vivacissima la Triennale, dove s’incrociano Agrupación Señor Serrano, le Strasse, Castellucci, “Panorama” dei Motus, la tedesca Kami Manns: un cartellone contro il pensiero omologato.

Ai Filidrammatici è quasi tutto pronto per “La scuola delle scimmie” di Bruno Fornasari, la (vivacissima) Contraddizione si prepara per “The White Negro” di Marco Maria Linzi, mentre il Fontana punta forte sul “Sogno” shakespeariano di Filippo Renda, senza dimenticare il Fassbinder della Cruciani o il premiatissimo “Un quaderno per l’inverno” di Civica. E poi ancora al Litta “La Grande rivolta” di Syxty da Balestrini; Carullo Minasi e il “Trainspotting” di Mabellini a Teatro i; Serra Yilmaz con “Griselidis” e Massimiliano Loizzi con “Il Matto 3” al Cooperativa; “L’angelo dell’informazione” di Loris all’Out Off (dove si vedono anche Trifirò ed Elena Arvigo); “Il preferito” di Dario Merlini al Libero; la “Venere in pelliccia” di Valter Malosti al Carcano; Pupi Avati, Raoul Bova, la Guerritore al Manzoni. Sufficiente?

Diego Vincenti (Il Giorno)

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