E fu così che la Bonino morì Democristiana

Attualità

Da avversario irriducibile, due grandi meriti ho sempre dovuto riconoscere ai Radicali: la tenacia e la coerenza. Sto giro la Bonino, ultima erede dell’impero Pannelliano, ha dimostrato di non possedere la prima e di essere pronta a rinunciare facilmente alla seconda. La vicenda credo la conosciamo tutti: attaccandosi ad interpretazioni capziose della legge elettorale, rischiando di non avere le firme necessarie alla corsa in Parlamento, ieri ha accettato il simbolo di Bruno Tabacci, già Democristiano osservante. Questa mossa le consente, essendo il partito del Bruno nazionale già in parlamento, di non dover raccogliere le firme. La Zia d’Italia così riesce magicamente a risolvere alcuni problemi. Quello delle firme, ad esempio, ne copriva e nascondeva un altro: la galassia Radicale è in pezzi. Non dimentichiamo che per 60 anni ce l’hanno sempre fatta. Le firme erano, anzi, l’unica cosa sicura in un movimento che ha preso qualsiasi quantità di voti compresa tra 0,8 ed 8,0%. Tutto meno che una garanzia nelle urne, insomma. Eppure, anche nei momenti più bui, i militanti le firme le trovavano. Forse perché, a sinistra come a destra, facevano tenerezza questi Don Chisciotte, che, lancia in resta, si preparavano a caricare il prossimo mulino a vento. Dico subito che non sono certo tra quelli che subiscono questo fascino, anche perché non riesco a non pensare ai proprietari dei mulini. Ed ai danni che le loro cariche provocano. In ogni caso, era una certezza. Che ieri è stata demolita.

Come sono stati demoliti anni di lotte anticlericali. In massima parte perché la galassia Radicale ha deciso che, in mancanza del Re Sole Pannella, stare uniti non valeva più la pena. E così, di scissione in scissione, di lite in lite, alla Bonino è mancato il terreno sotto i piedi. Il problema è la mutazione genetica di parte di quel mondo. Che, da movimento ferocemente individualista, si è fatto massimalista. Guardate la cittadinanza, il sostegno alla Cirinnà sulla norma che regola le coppie di fatto. Togliendo il diritto ai singoli di creare unioni informali. Guardate la battaglia per gli Stati Uni d’Europa, una roba che ad ogni Liberale dovrebbe repellere. O la guerra continua sullo ius soli. Tutte cose che alla base non stanno scaldando i cuori. Per questo, i nuovi Radicali della Bonino esistono molto come sentiment e molto poco come militanza. E può capitare, che in un freddo mattino invernale, si ritrovino vicino al compagno Bruno a festeggiare la rinascita democristiana del partito che un tempo contro di essa si batteva. Bruciando un’altra casa del padre e lasciando privi di residenza politica migliaia di militanti. Nella generale indifferenza di una politica che sempre più sembra sopravvivere a se stessa.

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