Il libro in uscita: immigrazione, sicurezza e distanza centro periferia tra i temi delle 224 pagine
Milano 13 Gennaio – Il suo predecessore Giuliano Pisapia attese (quasi) la fine del mandato per pubblicare «Milano città aperta, una nuova idea di politica», resoconto della sua attività da sindaco e un concentrato di stoccate a mezza giunta e qualche colonnello Pd. Giuseppe Sala debutta nella doppia veste di sindaco-scrittore dopo un anno e mezzo in carica. «Milano e il secolo delle città» è il libro che uscirà a brevissimo, edito da «La nave di Teseo» (il direttore è Elisabetta Sgarbi) che nell’ultimo anno ha pubblicato in Italia – tra gli altri – «Rivoluzione» di Emmanuel Macron o «Yes we can. Yes we did», i discorsi di commiato dalla Casa Bianca di Michelle e Barack Obama.
In 224 pagine Sala tenta di rispondere a due domande. «Come ha fatto Milano a diventare la città che è oggi? E dove andrà n futuro?». Il successo di Milano – si legge nel riassunto del volume che già circola on line – si fonda su un passato non privo di momenti difficili. «Poi è ripartita una nuova fase di consolidamento. Quasi in silenzio. Con Expo 2015 si è data voce e visibilità alle qualità di Milano ed è tomato alla luce l’orgoglio della città. Università, creatività, tecnologia, cultura costituiscono il tessuto su cui si è creata la Milano internazionale e contemporanea di oggi. Unica in Italia. Competitiva, ma anche solidale. Persino bella. Per i milanesi e per tutti». Certo ammette «i problemi non mancano. Ancora troppa differenza fra centro e periferie. La risposta alle grandi migrazioni. La sicurezza, vera o percepita. C’è ancora e sempre molto da fare per consolidare il modello Milano». E si pone una domanda: «L’Italia vorrà imparare da Milano, oppure la metropoli lombarda si proietterà ancora di più a livello internazionale, quasi una città-mondo nel territorio italiano?». Sala insomma lancia il modello Milano – e magari sé stesso? – come esempio di buongovemo per tutto il Paese. «Milano e il secolo delle città», che Sala presenterà probabilmente sul palco del Franco Parenti che scelse già per aprire la campagna elettorale da sindaco nel marzo 2016, non è la sua «opera prima». Sala già nel 2014 pubblico con Sidra «Milano sull’acqua. Ieri, oggi e domani» in cui ipotizzava quella riapertura dei Navigli che ora in giunta sta cercando di concretizzare. E chissà se si sarà fatto dare qualche consiglio dall’assessore dem Pierfrancesco Majorino che ha all’attivo cinque romanzi e un e-book sull’emergenza profughi
Chiara Campo (Il Giornale)
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