Caso Aler, il candidato governatore del centrodestra: nei quartieri popolari bisogna dare segnali a chi rispetta le regole
Milano 20 Gennaio – ATTILIO FONTANA, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione, partiamo da Aler: quali misure ha in mente per riportare la legalità tra i caseggiati e per sanare il bilancio dell’azienda?
«Il ripristino della legalità è prioritario perché tutti i problemi derivano, a cascata, dalla mancanza di legalità. Bisogna intensificare al massimo la collaborazione con la Prefettura e lanciare segnali chiari e concreti in favore di chi rispetta le regole. Io e i miei alleati stiamo pensando di introdurre il dimezzamento o l’azzeramento del canone d’affitto per quegli inquilini che abbiano raggiunto una certa età e che nel corso degli anni sono sempre stati in regola con i pagamenti. A partire indicativamente dai 65 anni di età, chi è sempre stato puntuale nel saldare i conti con Aler, avrà l’affitto scontato del 50% o azzerato. Non è tanto la questione economica, è una misura che vuole avere un richiamo simbolico».
Contrario a ipotesi di vendita di blocchi di caseggiati come quelli delle vie Gola e Bolla?
Al momento sono contrario».
Da presidente della Regione accoglierebbe la richiesta del sindaco Giuseppe Sala di dare a Milano e hinterland più fondi per il trasporto pubblico in modo da scongiurare l’aumento di biglietti e abbonamenti Atm, considerato gli ampliamenti della rete già attuati e a venire? Il tema interessa anche i tanti pendolari che ogni giorno vengono a Milano per lavoro da altre province lombarde.
«Già oggi la Regione aggiunge di tasca propria oltre 400 milioni di euro ai soldi che riceve dallo Stato per finanziare il trasporto pubblico. Lo Stato mette poco meno di 800 milioni e la Regione ne aggiunge tra i 420 e i 450. Mi sembra fuori luogo fare ulteriori richieste alla Regione, il sindaco si rivolga al Governo centrale».
Trenord: i pendolari continuano a segnalare ritardi, guasti e disservizi. Che farà?
«Si è cominciato un percorso che nessuna amministrazione ha mai cominciato: l’investimento di 1,6 miliardi di euro per l’acquisto di treni nuovi è la prova che vogliamo invertire il trend e dare risposte positive ai pendolari. Con i nuovi treni una parte del problema si risolverà. Poi c’è il secondo problema, quello della rete ferroviaria che è di Trenord solo in minima parte: ci confronteremo con le Ferrovie dello Stato e non è escluso che si trovi una soluzione analoga a quella che si è trovata con Anas per le strade, quindi dare vita ad una società comune che gestisca la rete ferroviaria lombarda. Questa è una proposta che mi impegno ad approfondire con le Ferrovie».
Roberto Maroni ha realizzato solo parzialmente la promessa di abolire il bollo auto. Lei lo abolirà davvero?
«Tutto dipende da quello che succederà nei prossimi mesi relativamente all’autonomia. Se il negoziato col Governo procederà spedito, allora potrò prendermi un impegno concreto e non limitato al bollo auto ma anche ad altre misure che rilancino gli investimenti e l’economia della Lombardia».
Non si parla più di mantenere in Lombardia il 75% delle tasse, altra promessa di Maroni. Ora, come ha riferito martedi in Consiglio, si punta a trattenere una parte del gettito di un tributo ancora da identificare. Lei cosa chiederà al Governo sul fronte tasse?
«L’avvio del negoziato per l’autonomia è la prima parte del percorso per arrivare al mantenimento di maggiori risorse sul territorio. Io partirò dall’Irpef. La compartecipazione all’Irpef è la soluzione più immediata e costituirebbe uno stimolo per migliorare l’economia e il Pil della regione e creare quindi lavoro».
II suo primo provvedimento da presidente della Regione, se fosse eletto?
«Estendere a più famiglie la gratuità degli asili nido».
Un nome sicuro per la sua Giunta?
«Al momento non ne faccio».
Quanti e quali assessori della Giunta uscente riconfermerebbe?
«Io e i miei alleati non abbiamo ancora iniziato a parlarne».
Considerate le sue recenti dichiarazioni sull’immigrazione e la polemica che ne è seguita, può garantire che non ci saranno candidati provenienti dalla galassia dell’estrema destra nelle liste che la sosterranno? Che non ci saranno altri casi quali, alle Comunali milanesi, quello di Stefano Pavesi?
«Avremo solo candidati democratici, solo candidati che credono nel valore fondamentale della democrazia. Quanto all’immigrazione sottolineo che spesso sono i sindaci i primi ad opporsi all’attuale sistema di gestione dell’immigrazione. E lo fanno perché è un sistema basato sull’emergenza e perché loro toccano con mano ogni giorno i problemi che si vivono sul territorio. Il protocollo di Milano, quello che ambiva a coordinare l’accoglienza su tutti i Comuni dell’area metropolitana, è fallito perché i sindaci sono in palese difficoltà».
Gli ultimi due presidenti di Regione sono entrambi finiti sotto inchiesta, se succedesse a lei o ad un suo assessore sarebbe per le dimissioni o no?
«Io sono un garantista, il garantismo è alla base del mio pensiero. Lo sono stato anche pochi giorni fa con il sindaco Giuseppe Sala».
Che farà con l’Autorità Regionale Anticorruzione (Arac) che non pare funzionare al meglio?
«L’istituzione dell’Arac è stata sicuramente una buona idea. Ora bisogna valutarne il funzionamento e credo si debba riunire in un solo ente tutte le autorità che oggi in Regione si occupano di legalità e anticorruzione».
Sanità. Anche l’eventuale azzeramento del superticket dipende dall’autonomia?
«L’autonomia è urgente: se nel trasferimento delle competenze dallo Stato si applicassero alle prestazioni i costi più bassi possibili, da un’indagine avremmo almeno 4,5 miliardi in più l’anno».
Ci sono misure in sanità che si potranno prendere a prescindere dall’autonomia?
«Bisogna guardare alle liste d’attesa, che sono dovute almeno in parte al fatto che la Lombardia ha una sanità calibrata sulla sua popolazione, ma assiste molte più persone. Poi si potrebbe lavorare per rendere omogenei ovunque gli esami, in modo da non doverli ripetere per lo specialista».
Matteo Salvini ha detto che se vince abolirà i vaccini obbligatori all’asilo e a scuola introdotti dalla legge Lorenzin, che per i vostri alleati invece va bene così. La sua opinione?
«Ho un parere mio che è mio. Da governatore, se sarò eletto, avrò tanti problemi che queste cose le lascerò decidere al Governo. Che, dato che mi auguro sia un Governo di centrodestra, sceglierà per il meglio».
Che fare per la sicurezza sul lavoro?
«Ho in mente di concedere sgravi fiscali e incentivi alle aziende che investono nelle sicurezza dei loro lavoratori. E inaccettabile che ancora oggi si muoia di lavoro».
La Lombardia ha dieci siti Unesco ma in pochi lo sanno: non crede che sul turismo si debba fare di più?
«I dati dicono che il turismo in Lombardia è in costante crescita da qualche anno a questa parte. Bene, ma non ci adagiamo. I siti Unesco potrebbero diventare 11: chiederò formalmente che anche la piazza di Vigevano sia considerata patrimonio da tutelare».
Giambattista Anastasio – Giulia Bonezzi – Enrico Camanzi (Il Giorno)
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