L’app di prenotazione taxi (costata 700mila euro) non funziona, auto bianche in rivolta

Milano

Milano 20 Gennaio –  I servizi informatici ancora al palo. Abbiamo già documentato precedentemente, su Libero, la situazione drammatica in cui versa l’archivio di via Larga e il caos dovuto alla recente riorganizzazione dello sportello unico dell’edilizia.

L’ultima segnalazione in ordine cronologico proviene però dal leghista Fabrizio Cecchetti, che ha presentato un’interrogazione per fare in modo che la giunta regionale agisca nei confronti del Comune di Milano per superare le criticità derivanti dall’applicazione: «Il Comune ha speso ben 700mila euro per creare un’app smartphone per la prenotazione dei taxi e la gestione dei turni degli autisti».

Peccato però che – come segnalano molti tassisti – questa non funzioni correttamente e «il 35% degli operatori taxi non riuscirebbe ad accedervi per incompatibilità col proprio smartphone, lasciando i lavoratori in difficoltà nella gestione dei turni e causando un disservizio ai cittadini».

Secondo Cecchetti «questa applicazione è un fallimento e la giunta Sala avrebbe fatto meglio a investire questi soldi per risolvere problematiche più urgenti per i milanesi e per i tassisti stessi. Ormai è evidente l’incapacità nella gestione della città da parte della giunta Sala, anche nell’innovazione invece di fare un passo in avanti riesce a farne due indietro creando disagi e sprecando denaro pubblico. Questi sono i risultati del Pd, i cittadini ne terranno conto alle elezioni politiche e regionali del 4 marzo».

Ora, l’app in questione si chiama Milano in Taxi e è stata sviluppata da Fastweb in collaborazione con Interactive Media. Introdotta in concomitanza con l’avvio del numero unico 02 7777, «permette di cercare un taxi e averlo a disposizione nel minor tempo possibile» recita la descrizione su Google Play. Scorrendo i commenti degli utenti, si capisce immediatamente che qualcosa non va: «Un ragazzo delle scuole superiori la farebbe meglio – scrive Imerio S. -, mancano tantissime funzionalità, le app concorrenti sono fatte molto meglio». Secondo Gaetano D.M. «è incompleta; interfaccia grafica quasi inesistente, no opzioni. Non copre l’hinterland». Ancora: «non si può specificare nulla, non serve a niente».

A onor del vero c’è chi ha speso buone parole, tant’è che la media è di 3 stelle su 5: un risultato comunque insoddisfacente. Critico Alessandro Morelli, consigliere comunale della Lega Nord: «la sinistra tenta di strizzare l’occhio ai tassisti in campagna elettorale; peccato che questo esperimento andato male sia stato finanziato con i soldi delle tasse dei milanesi. Una vergogna»

AEC (Libero)

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