Milano 26 Gennaio – HANNO PARTECIPATO in tanti all’iniziativa lanciata dalle associazioni che si occupano di memoria (Anpi Aned, Comitato pietre d’inciampo, Comunità ebraica) all’indomani dello sfregio della pietra d’inciampo in viale Lombardia 65 dedicata ad Angelo Fiocchi, operaio dell’Alfa Romeo, deportato e assassinato a Ebensee nel 1945. Cittadini comuni hanno deposto fiori su quel piccolo blocco di pietraricoperto di ottone, posato solo sabato scorso sotto la sua abitazione, in viale Lombardia 65. E non c’è stato bisogno di aggiungere altre parole allo sdegno unanime. L’anno scorso fu danneggiata la pietra in memoria di Dante Coen, deportato per l’unica colpa di essere nato ebreo. «Chi commette uno sfregio a una pietra d’inciampo si conferma una persona da disprezzare. Non mi pare che valga la pena di parlarne: è importante la pietra d’inciampo, non chi la sfregia», è stata la lapidaria risposta della senatrice a vita Liliana Segre, presidente del comitato milanese pietre d’inciampo sopravvissuta ad Auschwitz.
CATERINA Antola, presidente del Municipio 3, si è ripromessa di promuovere un’iniziativa per ricordare meglio la figura di Angelo Fiocchi e la sua storia. E la nipote Cristina ha ringraziato i presenti e ha sottolineato che «chi ha compiuto questo atto non conosce la storia e la figura di chi si è sacrificato per la libertà di tutti noi». Le pietre d’inciampo come hanno ricordato i promotori del comitato milanese in una nota, «si propongono di mantenere viva la memoria delle vittime di tutte le Deportazioni nel luogo simbolo della vita quotidiana – la casa – invitando allo stesso tempo chi passa a riflettere su quanto accaduto in quel luogo e in quella data, per non dimenticare». (Il Giorno)
FIORI E SDEGNO La manifestazione in viale Lombardia 65 dopo lo sfregio della pietra d’inciampo in memoria di Angelo Fiocchi
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