Milano 26 Gennaio – Ma dove sarà mai la Boschi? Tutti la cercano, tutti rimpiangono il bel viso botticelliano, le gambe allungate dal tacco 12, la voce impostata da regina a cui non si deve ledere la maestà con illazioni e sospetti sul suo operato, sempre indaffarata tra una banca e l’altra, con un papà a volte davvero troppo curioso. Beh..la Boschi è tra i boschi. Nel Trentino e non si pensi che sia in esilio, no, è andata a riossigenarsi, a ritrovare quella purezza che le malelingue hanno tentato di criticare. E là, novella Heidi, le sorridono i monti, le caprette le fanno ciao, tutto appartiene a lei. E’ la nuova Boschi, blindata da Renzi a Bolzano, silenziosa, low-profile, per non perdere il giro delle prossime elezioni, per non irritare i risparmiatori in Toscana. Un seggio defilato per il sottosegretario che vedrà come avversaria Michela Biancofiore di Forza Italia “La candidatura di Maria Elena Boschi a Bolzano certifica quanto abbiamo detto da mesi: la legge elettorale il Pd, o meglio Renzi, l’ha scritta per favorire la SüdtirolerVolkspartei, ponendo come conditio sine qua non le norme speciali per l’Alto Adige, in modo tale da ricavare due collegi italiani nettamente a favore del Pd. Ma i bolzanini anche di centrosinistra mi conoscono e sanno quanto mi sono battuta e quanto mi batto per la mia comunità, da sempre. Io al posto di Maria Elena non sarei felice di arrivare a Bolzano da raccomandata e da persona che, francamente, non ha idea di quale sia la realtà di questa terra. Ed è pure sconveniente che la candidino a Bolzano», ha sintetizzato l’agguerritissima Biancofiore.
Laura Boldrini e quella sciarpa rossa che vuol parlare di femminismo, ma diventa la bandiera di quella “cosa rossa”, finalmente e inequivocabilmente rossa, dopo i lavaggi centristi di Renzi. Si presenta in TV e impone il sui vessillo per la battaglia di Liberi e Uguali, sicurissima delle sue ragioni, condite di retorica e di ideologie antistoriche, aperta ad un mondo immaginato, dove la realtà è un optional, dove è importante accogliere, mescolare i destini degli uomini, privilegiando i migranti, nel segno di una uguaglianza da conquistare, quasi che vivessimo in un mondo perfetto, quasi che gli italiani vivessero già in un mondo perfetto, senza problemi, senza affanni.. E brandisce la sua sciarpa rossa, nuova Giovanna d’Arco, per portare l’Africa tutta qui, in Italia. Lei eroina e condottiera di tutti i migranti. E in cuor suo, sono sicura, pensa “Un ponte, ci vorrebbe un ponte..dalla Sicilia all’Africa…per agevolare, per capire le loro ragioni, per farli sentire a casa. Finalmente Liberi e Uguali a noi….”
Pare venga a Milano a sfidare Salvini che ha commentato: “Finalmente si confronterebbe su legalità, sicurezza, immigrazione e difesa vera dei diritti e della libertà delle donne”. Un bagno, insomma, nella realtà che non vuol riconoscere, che è talmente lontana da non riuscire a vederla. Tutta colpa di quella sciarpa rossa.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano