La tragedia dei pendolari e l’ipocrisia della viabilità Italiana

Attualità

E’ successo a Milano, poteva succedere ovunque. Era un tratto di rotaia che sarebbe stato sostituito comunque. Un giorno. Con calma. Quel giorno non è mai arrivato. Poteva succedere ovunque e succede ovunque in Europa, tre volte in più rispetto all’Italia. È successo ora che gli investimenti si sono tornati a concentrare sulle tratte dei pendolari. Le fatalità esistono. Quello che però è innegabile sono le tre morti ed il fatto che la gente su quel treno non avesse due volte scampo. La prima è per la dinamica dell’incidente. La seconda è per l’impossibilità di spostarsi su gomma per arrivare al lavoro o sul luogo di studio. Una impossibilità fatta sadicamente sempre più inevitabile, a tutti i livelli: tasse dal centro, limitazioni di circolazione in periferia. Una tenaglia, che stritola la libertà di movimento e ti mette, contro la tua volontà, sulle rotaie. Dobbiamo capirci: perché un incidente in macchina dovrebbe essere più grave di un incidente sul treno? Non lo è, difatti. La cosa grave è un incidente su un mezzo che ho solo finto di scegliere, perché usarlo non era più una opzione fattibile. Perché mi ci hai messo a forza. La roulette Russa diventa omicidio, se non ho deciso io di puntare l’arma contro la mia tempia.

Se la mobilità, cosiddetta sostenibile, è il principale obiettivo dello Stato, in tutte le sue articolazioni allora esiste un corrispondente dovere alla sicurezza. Un dovere che non ammette giustificazioni, comparazioni o esenzioni di responsabilità. Siamo i migliori in Europa? Evviva. Ma è del tutto irrilevante. Se non ho altre scelte, non mi accontento di fare pochi incidenti. Voglio fare talmente pochi da ricordarne uno a generazione. Non è una pretesa assurda. La pretesa assurda è quella di decidere in luogo del lavoratore come egli si sposterà. Questo è assurdo. Per non dire criminale. Se fosse demandata al cittadino la possibilità di decidere, allora gli incidenti sarebbero altro. Non meno letali, non meno sospetti e non meno gravi penalmente. Ma farebbero parte della vita di un uomo libero. Qui invece sono il sale sulle ferite dello schiavo.

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