Milano 28 Gennaio – A Milano sembra ci sia una regola non scritta: occupa pure abusivamente tanto poi ci pensa il Comune a intavolare una trattativa e magari a superare ogni contenzioso con una bella sanatoria. Sembra la storia di questi ultimi giorni. Tutto inizia con l’assessore Maran che per sbrogliate la matassa del Leoncavallo ha in mente un percorso ben preciso: Palazzo Marino acquisirebbe l’edificio e in cambio il gruppo Cabassi si accollerebbe una ex scuola nel quartire Taliedo e una palazzina in zona De Angelis da risistemare. Un bel messaggio per gruppi, gruppetti e centri sociali vari che colgono l’occasione per continuare a fare i loro comodi. Tanto poi arriva una sanatoria libera tutti.
Una spia rossa si è già accesa un paio di giorni fa con l’irruzione nei locali dell’ex officina auto di viale di Porta Vercellina. Protagonisti i ragazzi di Rete Studenti Milano che hanno anche filmato le loro gesta. E hanno rilanciato in rete la loro personalissima interpretazione dei fatti: «Sono luoghi che abbiamo visto chiudere con la forza, luoghi che ci hanno strappato al grido di decoro, luoghi che prima erano bene comune e ora sono nuovamente abbandonati a loro stessi». Tanto vale occupare no? Che ci importa delle regole e della tanto invocata legalità.
Quello che preoccupa è un fenomeno che non accenna a diminuire e alcuni segnali dell’amministrazione comunale non producono altro effetto se non quello di alimentare altre occupazioni abusive. Bisogna usare il pungo duro e non consentire azioni fuorilegge a chi non rispetta le più banali regole di convivenza civile. Purtroppo alcune scelte politiche negli anni non hanno stroncato questo malcostume cominciato circa 40 anni fa con l’occupazione proprio del Leoncavallo. Illegale ma considerato a sinistra un punto di riferimento consolidato nella vita cittadina. Ora l’assessore Maran, come molti dei suoi predecessori, cerca una via di uscita. L’unico risultato ottenuto è un moltiplicarsi di occupazioni che poi con un colpo di spugna magari verranno derubricate a iniziative culturali. Manca solo il premio occupazione dell’anno. Forse stanno studiando il nome più adatto. Non è detto che non verrà istituito dawero.
Alessandro Usai (Libero)
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