Alla Fabbrica del Vapore “Brexit 2018, sfide e opportunità per l’Italia e per Milano”

Milano

La Brexit e l’Europa, l’Europa, la Brexit e l’Italia. Alla Fabbrica del Vapore, con un parterre di relatori di primissimo piano, la vittoria del Leave al referendum tenutosi in Gran Bretagna è stato il punto di partenza per un’analisi geopolitica ed economica di ciò che sta succedendo dopo quello che in ogni caso è stato uno shock per la storia dell’Unione Europea. Inevitabile, ovviamente, il focus sull’Italia e su Milano, sulle opportunità che dopo la Brexit possono essere colte in campo politico ed economico.
Se fisicamente il confronto si è svolto alla Fabbrica del Vapore di Milano, la dimensione dell’evento ha toccato Londra – con il collegamento di Leonardo Maisano, corrispondente da Londra per il Sole 24 Ore fino al 2017 – e Bruxelles, da dove è arrivata la voce di Stefano Maullu, Europarlamentare e Vice Presidente della Commissione Cultura al Parlamento Europeo. Dopo i saluti iniziali dei promotori dell’evento – Andrea Vento, dell’Associazione Corte Sconta e CEO della Vento&Associati e di Giampaolo Berni, Presidente di Milano Vapore, l’associazione nata nel maggio del 2000 per promuovere la città di Milano quale sede di attività e luogo d’incontro anche internazionale, per scambi tra le diverse culture ed esperienze nei campi del Tempo Libero, del Design e di tutto ciò che è avanguardia e sperimentazione culturale a livello europeo -, Fabrizio De Pasquale, consigliere comunale e candidato alle elezioni politiche, ha posto l’accento proprio su quanto Milano e l’Italia debbano fare affinché le eventuali opportunità post Brexit vengano colte: burocrazia, giustizia, attrattività, competitività sono sfide che costituiscono presupposti fondamentali, senza i quali tutto si complica.
Il debito italiano, per esempio, rappresenta una criticità enorme nell’ottica dell’attrattività economica del Paese, come sottolineato da Federico Punzi, autore insieme a Daniele Capezzone del libro “Brexit. La sfida”. Tutto questo in un quadro europeo in cui una visione localistica è ormai superata: “Ragionare su base nazionale oggi serve a poco, oggi le sfide si giocano tra macro-aree economiche, l’Europa, l’Asia, l’Africa, l’America”.
Due invece gli aspetti sostanziali secondo Carlo Cerami, avvocato, membro del CdA di Poste Italiane ed esponente del PD: “Ci sono due tipologie di conseguenze negative dopo la vittoria del Leave: unadi natura economica, che graverà soprattutto sulla Gran Bretagna, una seconda di natura politica, che andrà a colpire i paesi, tra i quali l’Italia, che hanno necessità di riforme non solo di rigore e che trovavano nella GB una sponda robusta e convergente”. 

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