“Milano e il secolo delle città”, il libro scritto dal sindaco del capoluogo meneghino.
Milano 4 Febbraio – Sala scrive “per dichiarare in modo chiaro e netto i miei programmi ed è insieme l’esercizio più utile per verificare, anche con me stesso, l’armonia del mio modo di pensare.” Parla quindi di equilibrio, anche estetico, di completezza di visione, di sintesi armonica della città, ma ad oggi tutte queste intenzioni stanno nel mondo del pensiero che deve semplificare, chiarire, dopo quasi due anni.
Ma proponiamo le sue parole scritte con l’enfasi del visionario “Il tempo, specie nella gestione della cosa pubblica, tende a scivolar via. I temi sono complessi, i percorsi articolati, il consenso delicato e instabile. Esiste il tempo della decisione, certo. Ma è sempre figlio di una lunghissima sequenza di incontri, di riflessioni, di modifiche.” E sembra più che altro una giustificazione per l’inattività e l’inefficienza di tanti mesi in cui si è pensato agli autovelox, all’aumento eventuale dei biglietti ATM, all’aumento della Tari, ad arginare il ritorno dei fascisti.
“Eppure, mai come ora, le misure che si prendono oggi hanno determinanti conseguenze nella vita di domani. Pensiamo all’ambiente, alla mobilita, allo sviluppo e anche alla composizione sociale delle nostre città.” Eppure, il cittadino pensa, la composizione sociale con tante disuguaglianze dovrebbe essere prioritaria, l’ambiente non dovrebbe identificarsi con le piste ciclabili e l’inutile Area C. Perché una strategia per combattere lo smog sta ancora in mente dei. E per fortuna allo sviluppo ci pensano i milanesi. E di “misure” di qualsiasi genere non se ne vedono all’orizzonte. Sarà che il “peso” di quell’essere determinanti rende le decisioni rimandate all’infinito.
“Cosi nasce Milano e il secolo delle città (La nave di Teseo), libro che fin dal titolo pone la mia città a confronto con un tempo che, secondo Michael Bloomberg (già sindaco di New York), è caratterizzato dall’influenza delle grandi metropoli mondiali, veri laboratori del futuro. Milano fa parte da sempre delle grandi città del mondo, ma non c’è dubbio che l’Expo abbia portato a compimento un percorso silenzioso che, partendo dalle ceneri di Mani Pulite, ci consegna la bellissima stagione di oggi.” E vien da dire “cala, cala”…il paragone con Bloomberg non è un po’ da megalomane? E dopo mani pulite ci sono stati due ottimi Sindaci, Albertini e Moratti che, è vero, hanno fatto risorgere una città spaventata. Expo significa Moratti, a cui, caro Sala, devi la credibilità di oggi, anche se immeritata.
“Ma l’anima di Milano sta nella generosità di una civitas che si apre al povero, all’emarginato, al profugo cercando di integrarne le debolezze nella forza della città.” Sì, Milano è solidarietà ed è capitale dell’associazionismo che quasi sempre diventa il supplente ideale per l’inefficienza di chi governa. Ma i poveri, gli emarginati milanesi stanno ancora lì ad aspettare, dopo Pisapia e quasi due anni di Sala. Aspettano che la periferia non sia una parola vuota. L’integrazione con i migranti è soltanto un’utopia per giustificare un’accoglienza indiscriminata che ha creato disordine sociale e criminalità diffusa.
“La riqualificazione degli ex scali ferroviari (sempre rimandati da Pisapia in poi) e la riapertura dei Navigli (una finta riapertura antistorica e sconsigliata da molti esperti) sono due progetti portanti di una città dove scorreranno un nuovo fiume verde dei parchi e quello azzurro delle acque che da sempre sono il vero tesoro della città”. Ho cercato di immaginare i due fiumi verde e azzurro che scorrono, ma non ci riesco: è un paese delle meraviglie che imbarazza anche Alice. E se penso ai tanti alberi uccisi da Pisapia e al degrado dei parchi in balia degli spacciatori e dei migranti e ai rifiuti sepolti nei Navigli, l’immagine è da rigetto.
“C’è infine una domanda: esiste una volontà politica di fare di Milano la punta avanzata della crescita dell’Italia oppure dobbiamo rassegnarci a continuare il nostro percorso a puro vantaggio della città? Non so quale sarà la risposta ma di una cosa sono certo. Milano continuerà ad affermare i suoi valori in modo tale che mai nella nostra città si possano evocare quei fantasmi razzisti e antidemocratici che hanno caratterizzato il secolo breve (esistono secoli lunghi?) che abbiamo da poco abbandonato.
E con questo “al lupo, al lupo” che terrorizza una sinistra che non teme l’islamismo di massa, che chiude gli occhi e le orecchie quando i cortei gridano il loro antisemitismo, che tollera l’arroganza, questa sì fascista dei Centri sociali, la prefazione del libro di Sala si chiude. Non una parola costruttiva sulle cose da fare, ma il sogno di una Milano perfetta per virtù, chissà, dello Spirito Santo.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano
Se i proclami sono roboanti e vaghi, i vostri rimbrotti lo sono altrettanto, ma in più approssimativi nonostante il fatto essendo apparentemente frutto dell’ozio da poltrona avrebbero potuto essere più pensati e un minimo circostanziati. Tutto vago: qualunquismo fazioso.