Chi è Tarik Ramadan, la “povera vittima di islamofobia”, amico di D’Alema….Ancora una volta il tragico errore della sinistra

Attualità

Milano 7 Febbraio – Il noto intellettuale svizzero Tariq Ramadan è stato incriminato formalmente per due accuse di stupro da un giudice francese, dopo che alcuni giorni fa era stato arrestato dalla polizia a Parigi. Le accuse contro Ramadan sono state mosse negli ultimi mesi da due donne, e riguardano fatti avvenuti nel 2009 e nel 2012. A queste accuse si erano poi aggiunte quelle di altre quattro donne che erano state sue studentesse in Svizzera. Ramadan ha 55 anni, è nato a Ginevra ed è il nipote del fondatore dei Fratelli Musulmani. Oltre a essere stato professore di Scienze islamiche contemporanee all’Università di Oxford, è stimato e amato da una parte del mondo musulmano e dalla sinistra. Il  13/11/2017, infatti, quando già si parlava dello scandalo, l’attivista musulmano Davide Piccardo scriveva sull’Huffington Post “Metterei la mano sul fuoco cento volte sull’innocenza di Tariq Ramadan, non ho bisogno di credere alla sua parola, non ho bisogno di attendere la verità giudiziaria, Tariq ha una credibilità che ha costruito in anni di lavoro e di impegno, una credibilità che è patrimonio di tutti coloro con cui ha collaborato, tutti coloro a cui ha insegnato, una fiducia guadagnata con il suo comportamento ineccepibile, l’educazione, la moderazione, l’umiltà, l’onestà intellettuale e quella spirituale”

Proponiamo un articolo da Paris Match.

Caroline Fourest: “Il giorno in cui mi sono scontrata con Tariq Ramadan”

Intervista di Emmanuelle de Boysson

Caroline Fourest prepara un film su una brigata di partiti femminili che combattono a fianco dei combattenti kurdi contro i djihadisti.

Il 16 novembre 2009, sono stata invitata a “Ce soiroujamais”(IO RICORDO BENISSIMO LA DIRETTA ndt.), talkshow su rete pubblica,  France 3, di fronte a Tariq Ramadan. Ho aspettato questo duello dall’uscita del mio libro “FréreTariq”, cinque anni prima.
La mia sfida: restare calma di fronte a un avversario di cui conoscevo la mostruosità.
So che sarò sul ring per un’ora, che dovrò smascherare questo dotato predicatore, come una persona sotto attacco deve schivare i colpi.
Tariq Ramadan ha eliminato tutti i suoi avversari, tranne Nicolas Sarkozy.
Sono le 11 di sera. Tra il pubblico, fan del Ramadan: donne velate e barbe lunghe.
Comincio a perforare la sua armatura ascoltando un nastro in cui parla dei “grandi peccati”.

Si rivela incredibilmente moralista, pudico, ossessionato dal controllo della vita sessuale.
Sorridendo, sottolineo che come fondamentalista, applica sicuramente ciò che predica: castità e proibizione di ogni sessualità fuori dal matrimonio. Il suo occhio si scurisce. Sconvolto, probabilmente si starà chiedendo cosa so della sua doppia vita. Per cambiare argomento, fa notare due errori aneddotici nel mio libro, poi cerca di farmi sembrare una bugiarda, una razzista.
La sua unica difesa. Sempre la stessa malafede, ma io sono brava.
Stoccata dopo stoccata, rivelo la sua finzione. Il suo meccanismo-a-seduzione si inceppa.

Mi ritorna l’immagine di una madre algerina il cui figlio non parla più da quando è un fan del Ramadan e di quello dei miei amici laici che sono fuggiti dall’Algeria a causa degli islamisti.

Per loro, per noi, dal profondo del cuore e dello stomaco, do il colpo di grazia: il Fronte Nazionale non è passato in questo paese, e voi non più, non passerete!
Silenzio in studio.
Dopo i titoli di coda, Christelle, una delle donne che mi ha raccontato di essere stata violentata dal Ramadan, esce dalla folla e si congratula con me di fronte a lui. E’ sbiancato: ha capito che la verità scoppierà un giorno.
Non immaginavo che sarebbe passato così tanto tempo.
Minacciata di morte, Christelle aspetterà otto anni per sporgere denuncia, pochi giorni dopo quella presentata da HendaAyari.
Io, ho ricevuto migliaia di insulti a seguito dello spettacolo. Gli islamisti non mi hanno mai perdonato per aver detronizzato il loro idolo.
“Sono molto gourmande, mi piacciono i buoni ristoranti con gli amici, scattare belle foto, vedere bei film. E sono fortunata a vivere con una donna che mi protegge. Questa dolcezza della vita compensa tutti gli attacchi. ”
“Per stare al passo con la lotta contro gli estremisti, devi essere molto felice, occuparti delle aree di pace e bellezza. Faccio molte foto di animali selvaggi in Sud Africa e Namibia. Sono pacifici. Non ho mai visto una giraffa velata o un leone diventare razzista. La loro violenza è salutare, guidata solo dall’appetito. “

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