La solenne ipocrisia di Repubblica sulle case popolari

Milano

Siamo in campagna elettorale. Lo si capisce da alcuni piccoli indizi: compaiono i manifesti, la Rozza sgombera case occupate di MM e Repubblica torna a parlar male di Aler per le occupazioni. Qui un’anteprima perfettamente esplicativa:

Case popolari Aler vandalizzate e occupate. E degrado. A San Siro tra le vie Ricciarelli, Civitali, Paravia e Dolci si incontra un quartiere assediato dall’incuria e dall’esasperazione. Da dove chi può vorrebbe andare via mentre aumentano le saracinesche chiuse dei negozi.

Un viaggio in quella che qualcuno ha chiamato la Molembeek di Milano ed altri la casbah è una via crucis tra spazzatura, edifici in attesa di lavori di manutenzione e rabbia. I residenti denunciano insicurezza e traffici illeciti: “La polizia dovrebbe andare e cacciare i morosi. In alcune strade il 67% degli inquilini è abusivo” dice il pensionato Giancarlo, nato nella casbah 77 anni fa, “quando qui eravamo tutti italiani”.

La paura è di chi è proprietario, casa riscattata con sacrifici e ben tenuta, persino amata. E si ritrova sul pianerottolo uno che gli fa il segno ” così, ti taglio la gola. Non mi ha neanche parlato, ha solo fatto così”, e non può vendere, “non posso andarmene perché io e mia moglie siamo vecchi ” , così trascina il carrello della spesa lungo il mercato di via Osoppo, e un venditore gli fa “nonno, cos’hai oggi che non sorridi. Ven chì, che ho dei bei carciofi per te”.

Ora, alcune brevi considerazioni, mentre Giancarlo va a comprare i carciofi: 1. prima che inizi il solito stucchevole balletto di cifre, se è vero che il centrodestra ha sanato 600.000 posizioni di extracomunitari (riuscendo comunque a prendersi del razzista da parte della sinistra) è anche vero che questa gente lavorava e non aveva commesso altre illegalità. Chi invece gli ha consentito di colonizzare San Siro sono altri. E di un colore politico ben definito. 2. Non prendiamoci in giro, l’integrazione promessa da Pisapia prima e da Sala poi è fallita. Ed è fallita per il motivo per cui fallisce sempre: loro non vogliono integrarsi. E non perché siano esseri malvagi e spregevoli, ci mancherebbe. Semplicemente perché sono qui per guadagnare, non per condividere un uguale modo di vivere. Ed è legittimo. Basta che ne prendiamo atto e la smettiamo di credere che vivere qui voglia automaticamente dire voler essere Italiani. E sì, mi sto riferendo ai fan dello ius soli. I figli di San Siro, educati nella casbah, non diventano Italiani dopo un ciclo scolastico. 3. Forse non ci sarà una sostituzione etnica a livello nazionale, ma spiegate voi a Giancarlo che va tutto bene, madama la marchesa. E poi domandatevi perché, magari, dopo una vita passata a votare a sinistra, oggi metta la x dall’altra parte della scheda. Sempre che siate ancora in grado di farvi delle domande.

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