Le dieci cose più comiche di queste tragiche elezioni

Attualità

Si può ridere di tutto. E di fronte a queste elezioni la cosa diventa doverosa. Quanto meno per non piangere. E, laddove sia impossibile, almeno per piangere di meno… ecco quindi un rapido elenco del meglio del peggio di queste elezioni.

  1. Eletto in Italia il primo senatore di colore. È della lega. Da quarant’anni. Forse e dico forse, abbiamo capito quale sia l’ondata nera di cui aveva così paura il PD.

  2. Il MoVimento più bello di sempre prende il 65% a Scampia. Siamo quindi in dubbio su un dettaglio importante: quando li prendevamo noi quei numeri era perché i boss ci sceglievano in massa. Varrà lo stesso anche per noi, almeno nella retorica Travagliana? Oppure, finalmente, qualcuno si accorgerà che a Scampia ci sono anche moltissimi galantuomini? Al tempo, principale galantuomo al mondo, l’ardua sentenza.

  3. Più c..i che sedie. In Sicilia il Movimento ha più eletti che candidati. Il fatto divertente è che questo significa che ha usato le candidature multiple in massa. Ma non erano loro quelli che “ad ognuno una sedia”?

  4. Non ci alleeremo mai con nessuno. Salvo con chi vogliamo noi. Sempre i magnifici ragazzi sfatano un altro tabù: possono anche usare qualcuno per arrivare al potere. Evviva. E sarà, è matematicamente certo, qualcuno che fino a ieri era un corrotto, un corruttore, la rovina di questo paese. Eccetera. Insomma, delle due l’una: o dicevano fregnacce prima, oppure adesso si sono svenduti l’anima al diavolo. Un Diavolo tirchio, peraltro, visto che non pare esserci la fila fuori dalla loro porta.

  5. Il Milan entra in parlamento con Galliani. La Lazio perde ai tempi supplementari. Senza nemmeno uno straccio di Var a cui dare la colpa.

  6. Al momento nessuno ha una maggioranza, però Di Maio si sta impegnando molto perché Salvini, il leader del partito più votato della coalizione più votata, non sia premier. Ricordiamo che Giggino O Bibbitaro era il principale assertore della tesi che eravamo governati da premier non scelti dal popolo. Tipo lui, se dovesse diventare primo ministro.

  7. La Taverna dopo aver perso alle Regionali torna a fare la madre. C’è da domandarsi se sua figlia, in caso di vittoria sarebbe rimasta orfana. Visto che madri, mi risulta, lo si rimanga anche quando si occupano posizioni di potere.

  8. Parisi arriva secondo. Dispiace, ma rassicura anche. Certe cose, nel loro rimanere sempre se stesse, rendono la vita meno insicura.

  9. Casini non si sente affatto di sinistra. Era nel PD solo per gustare la salamella proibita delle Feste dell’Unità, negatagli fin da quando era ragazzo per motivi ideologici. Dopo averla gustata, e scoperto che non era così buona, torna all’antica passione. L’essere sempre al centro. Del sottopotere.

  10. Ripescati quasi tutti i trombati negli uninominali. Tranne D’Alema e Civati. Che adesso potranno andare ai giardinetti insieme a raccontare ai passanti di quando erano importanti. Giocando, come molti anziani, a chi la spara più grossa.

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