Giallo sull’atroce ritrovamento al confine con la Cina: 27 paia di mani mozzate e sotterrate vicino a un fiume. Aperte tutte le piste: dalla legge del taglione, al serial killer
Milano 10 Marzo – La realtà supera la fantasia di un film dell’orrore nel villaggio di Vladimirovka, al confine occidentale tra Russia e Cina: 54 mani sono state trovate in un sacco sulle rive del fiume Amur, dove gli abitanti locali sono soliti recarsi a pescare. Alla vista della prima mano spuntare fuori dalla neve, hanno subito chiamato la polizia: gli agenti, giunti sul posto, hanno iniziato a scavare rinvenendone altre 53, amputate all’altezza del polso, dentro un sacco interrato e abbandonato da chissà chi lungo la sponda del corso d’acqua. Ventisette paia di mani in tutto, a cui gli investigatori stanno prendendo le impronte digitali per risalire ai proprietari.
La notizia della spaventosa scoperta è stata data oggi dal sito del Siberian Times. Arti recisi dai cadaveri di un obitorio e congelati per essere rivenduti ai trafficanti di organi? Oppure tagliate e nascoste, magari dopo una rappresaglia tra clan mafiosi, per impedire l’identificazione di alcuni corpi? Una punizione per dei furti, ispirata alla legge biblica del taglione? Un serial killer psicopatico? Il fatto che accanto al sacco siano state ritrovate garze e altro materiale ospedaliero lascerebbe propendere per la prima ipotesi ma resta ancora aperta ogni opzione sull’autore, o gli autori, delle mutilazioni, e sulle motivazioni di tanto scempio. «Uno spettacolo disgustoso» ha dichiarato un residente, mentre la polizia si rifiuta al momento di commentare e rilasciare ulteriori dettagli.
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