No del Comune a Nord di Milano ai sei milioni di compensazione e alla conciliazione. Allarme Lambro e Seveso. Ricorso alla Presidenza del Consiglio per lo scolmatore nel parco.
Milano 13 Marzo – Torna l’incubo esondazioni. Le piogge intense riaccendono i riflettori su Lambro e Seveso. A scongiurare gli allagamenti, ieri, è stata l’apertura dello scolmatore a Palazzolo, in grado di portare via dal torrente inferocito fino a 36 metri cubo di acqua al secondo. Opera recente da 23 milioni di euro, finanziata dalla Regione. Ma intanto ricorsi e contenziosi bloccano le vasche di laminazione di Milano e Senago. L’ultima emergenza Seveso s’era registrata lo scorso novembre. Ieri, il sistema di preallarme è scattato di nuovo. Le squadre della Protezione civile, le pattuglie della Polizia locale, decine di idrovore di Amsa sono scese in campo. Tutti gli occhi puntati sugli idrometri, che segnalano il livello delle acque nei punti chiave dei corsi d’acqua. Alle 16, il Lambro ha cominciato a salire sfiorando in breve i due metri all’altezza di via Feltre. La pioggia è caduta abbondante sia a Nord della città, sia a Sud, a causa di una perturbazione proveniente dalla Liguria. E alle 18.40 mentre il fronte di maltempo si spostava ad Ovest, sul Ticino, Milano si preparava a ricevere l’onda di piena. L’assessore alla Mobilità Marco Granelli era in prima linea ieri. Ha confermato il ritardo di sei mesi ad oggi maturato dalla vasca di laminazione che il capoluogo dovrebbe realizzare al limitare del Parco Nord. E il contributo di Milano al complesso sistema di contenimento delle piene che prevede altre vasche a Senago, appunto, Paderno/Varedo e Lentate, oltre agli interventi sulle aree golenali in attesa della Valutazione di impatto ambientale della Regione.
Se a Senago le opere di scavo della vasca sono iniziate ma sono appese alla soluzione di un contenzioso tra Aipo e impresa, la vasca del Parco Nord è stata stoppata da un ricorso del sindaco di Bresso alla presidenza del Consiglio dei ministri. Una strada scelta dopo che il Tribunale delle acque aveva respinto due precedenti ricorsi del Comune e di un condominio. «A fine giugno — spiega Granelli — la conferenza dei servizi ha approvato il progetto definitivo e aumentato le compensazioni da versare a Bresso e al Parco Nord, cioè 6 milioni di euro. La presidenza del Consiglio dei ministri ha tentato la via della conciliazione ma Bresso ha detto no. Siamo in attesa della pronuncia definitiva. Intanto non possiamo procedere con il progetto esecutivo né quindi con la gara». La vasca del Parco Nord è diversa dalle altre, proprio perché vicina all’abitato. «Quando non funziona come vasca di laminazione, è un laghetto di acqua di falda. Se dovesse scattare l’emergenza e riempirsi dell’acqua del Seveso, verrà pulita in tre giorni con i mezzi che scendono direttamente nell’alveo».
Ad oggi sono state realizzate opere per più di 5o milioni. I fondi stanziati da Stato, Regione e Comune ammontano a 150 milioni. In queste anche le opere per riammodernare il Redefossi da Porta Venezia a Medaglie d’Oro, dove finiscono le acque del Seveso, con altri 15 milioni di euro messi dal Governo. Altro capitolo è quello delle opere idrauliche inserite nel Patto per Milano, 7 milioni di euro per lavori che decolleranno nel 2018 e consentiranno di pulire e consolidare il tratto tombinato del Seveso in Melchiorre Gioia e la roggia Vettabbia.
Paola D’Amico (Corriere)
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