Milano 15 Marzo – I carabinieri della compagnia Monforte di Milano stanno cercando di dare un nome all’uomo, descritto dalle vittime come un «sudamericano» che, nella tarda serata di lunedì ha aggredito una giovane coppia che si era appartata in auto in via Chopin, alla periferia di Milano, ha violentato la ragazza di 19 anni e picchiato e rapinato il fidanzato, uno studente di 22 anni. I due sono stati minacciati con un’arma, forse un coltello, rapinati di ciò che avevano e la ragazza ha subito violenza dall’aggressore che poi è fuggito a bordo della Fiat Punto della coppia.
Il precedente
Le violenze sono accadute in fondo a via Chopin, in zona Ripamonti, nell’area sud di Milano, dove, il 4 giugno del 2005, si era consumata una rapina analoga con stupro ai danni di una coppia. In quel caso furono identificati e arrestati cinque romeni di cui due minorenni. In sede di processo il branco offrì a titolo di risarcimento 25mila euro ai due, che rifiutarono i loro soldi spiegando che nessuna cifra sarebbe stata sufficiente per «risarcirli del dolore sofferto». I tre maggiorenni furono condannati a nove anni di carcere, a sette i due minorenni che fecero da palo. Tutte pene scontate di un terzo dal rito abbreviato.
L’aggressione
Secondo la testimonianza dei due giovani, l’aggressore si sarebbe avvicinato alla loro auto mentre erano appartati in fondo a via Chopin. Dopo un tentativo di rapina, lo sconosciuto avrebbe chiesto loro di andare verso un bancomat per prelevare e consegnargli il denaro. Vedendo la resistenza della coppia, li ha costretti a scendere dall’auto e, dopo aver picchiato il ragazzo, ha abusato della 19enne. È poi fuggito con l’auto della coppia. I due giovani si sono allontanati dal luogo della violenza e sono stati notati vicino alla fermata di un bus dove altri passeggeri, vedendoli coperti solo dalle giacche, hanno chiamato i carabinieri. Le indagini, dei carabinieri della Compagnia Monforte, si basano ancora solo sul racconto delle vittime, quindi rimangono da fare accertamenti. Secondo quanto si è appreso, il sudamericano non ha consumato un rapporto completo con la vittima e questo rende più difficile l’identificazione attraverso il prelievo di materiale genetico. (Corriere)
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