Questo governo moribondo blocca la legge della Regione che incrementa il turismo

Attualità

Milano 18 Marzo – Il governo Gentiloni, travolto alle urne, trova il tempo per mettere i bastoni tra le ruote della Lombardia anche da moribondo. Succede infatti che in uno degli ultimi Consigli dei ministri presieduto dall’ex ministro degli Esteri di Matteo Renzi – leader dimissionario del Pd meno votato della storia – ieri a Palazzo Chigi abbia trovato fi tempo per impugnare la legge lombarda sul turismo. Il provvedimento del Pirellone, approvato a gennaio su imput dell’assessore allo Sviluppo economico Mauro Parolini, mirava per la prima volta a mettere ordine nella giungla degli annunci on line per le case in affitto. Attraverso un codice identificativo, si puntava a fissare standard minimi di qualità e a superare la concorrenza sleale che domina oggi il settore. C’è chi paga le tasse e chi no, chi specula, chi chiede prezzi stellari per bettole a Ronchetto delle rane durante il Salone del mobile e così via. «Per prima in Italia la Regione Lombardia» sottolineava a gennaio Parolini, «ha affrontato a viso aperto questo tema, portandolo a galla. Vogliamo innalzare la qualità dell’accoglienza in Lombardia, qualità che si traduce in un servizio più accogliente e qualificato per i turisti». D’altronde anche il Comune di Milano ha appena chiuso un accordo con Airbnb che porterà nelle casse di Palazzo Marino 3 milioni di euro di tassa di soggiorno. Alzando la qualità dell’offerta, poi, è inevitabile che si incrementerebbero anche i flussi turistici, che già in Lombardia hanno registrato una continua impennata negli ultimi tempi. Per il governo moribondo, al contrario, si tratta di una nonna illegale perché invade le competenze dello Stato (che mai prima d’ora aveva affrontato la questione). Al di là dei cavilli da Azzeccagarbugli, il punto è tutto politico: la Lombardia che reclama più autonomia a suon di voti viene ostacolata perfino quando approva leggi sul turismo. Il Pd è centralista fino all’ultimo giorno di governo. Inutile sorprendersi se poi alle regionali qui prende 20 punti di distacco da chi vuole tenere soldi sul territorio.

Massimo Costa (Libero)

14 thoughts on “Questo governo moribondo blocca la legge della Regione che incrementa il turismo

  1. Non mi piace questo articolo perchè è una strumentalizzazione politica. Non sono qui a difendere o meno il Governo e la parte politica che lo sostiene. Certo è che questa azione, di impugnare la legge, avrebbe dovuto essere fatta prima. Il provvedimento inoltre non riguarda tutta la legge.
    E’ da oltre due anni che molti operatori lombardi chiedono alla Regione di modificare la Legge 27/2015, che ha messo ordine e aggiornato le norme in materia di turismo. Però esiste un palese vizio nella legge stessa, riguardo agli adempimenti relativi alle locazioni turistiche, che non sono strutture ricettive, quindi soggette a leggi regionali ma disciplinate dal Codice Civile e d altre leggi dello Stato. Già nel Codice del Turismo DL. 79/2011 – detta “Legge Brambilla” ( la parlamentare che proprio non è della stessa parte politica del moribondo Governo) – era stato mantenuto ed è in vigore l’art. 53 che stabilisce che le locazioni per finalità turistiche non rientrano nelle norme (regionali) sulla ricettività.
    Basterebbe che Regione Lombardia, che non inserisce le locazioni nell’elenco delle strutture ricettive, disciplinate dalla legge 27, eliminasse il riferimento alle stesse nell’art. 38 (vado a memoria) dove si impongono (pena sanzioni) gli stessi adempimenti delle Case Vacanze – imprenditoriali o no ma strutture ricettive a tutti gli effetti – senza poter distinguere le une dalle altre. I provvedimenti successivi, che riguardano il codice identificativo – il CRO – non ha fatto che peggiorare la situazione, non distinguendo ancora una volta Case Vacanza da Locazioni per finalità turistiche.
    Dal mio punto di vista personale, se la Regione desidera censire anche le locazioni sul suo territorio, si possono trovare altre vie con provvedimenti appositi, che coinvolgano i proprietari su base volontaria.

    1. Quello che scrive era esattamente quello che era stato proposto dal consigliere Fabio Pizzul con il proprio emendamento. Va bene censire anche le locazioni turistiche, va bene ricevere dalla locazioni turistiche i dati statistici, va bene che anche le locazioni turistiche comunichino le generalità degli alloggiati alla questura (per lo prevede solo una circolare del ministero dell’Interno e sarebbe auspicabile una modifica legislativa del TULPS). Quanto all’imposta di soggiorno: il d.l. 50/2017 ha dato ai comuni la possibilità di istituirla anche per le locazioni brevi.
      Ma che le locazioni turistiche restino tali e non si cerchi, con strumenti di dubbia legittimità (le FAQ) di assimilarle alle strutture ricettive (cav) mediante le quali si esercitano attività commerciali turistico ricettiva.
      Si guardi all’esempio di regione Veneto dove la stessa maggioranza che da anni governa anche regione Lombardia ha tenuto ben distinte le due fattispecie e dove l’assessore al Turismo ha affermato (nella relazione al regolamento) che la regione non può intromettersi nella autonomia contrattuale delle parti del contratto (art. 1322 del c.c.) per stabilire quali dotazioni e quali standard debbano costituire oggetto del contratto di locazione.

  2. Purtroppo le cose non stanno come rappresentato dall’articolo. Nelle motivazioni della impugnazione si legge chiaramente che: “La normativa regionale risulta censurabile in merito alla nuova regolamentazione che, IMPLICITAMENTE viene introdotta. Le nuove disposizioni sembrano sottintendere la sostanziale corrispondenza tra la disciplina normativa cui sono sottoposti i suddetti alloggi locati per finalità turistiche rispetto a quella delle (differenti) strutture ricettive del tipo “ case e appartamenti vacanze” di cui all’articolo 26 della medesima legge Regione Lombardia del 2015.”
    La questione è che in Lombardia, sì è voluta forzare la mano, assimilando fattispecie tra loro completamente diverse e lo si è fatto con strumenti anomali (il regolamento 7/2016 e le FAQ della Direzione Generale Sviluppo Economico) anziché con la legge regionale 27/2015.
    Questo spiega anche perché il Governo “mai prima d’ora aveva affrontato la questione”. Essendo evidente che il Governo può impugnare una legge ma non certo una FAQ …
    Quanto al fatto che si tratti di “cavilli da Azzeccagarbugli” e che “il punto è tutto politico” … beh, lo stesso Governo che ha impugnato la legge di regione Lombardia, ha impugnato, nel mese di febbraio del 2017, la legge sul turismo di regione Toscana (86/2016) che è governata dal medesimo schieramento politico.
    La realtà è che finalmente hanno prevalso le ragioni del diritto (poi se volete, chiamatele pure “cavilli da Azzeccagarbugli”) sulle logiche politiche che finora hanno fatto sì che il libero esercizio del diritto di proprietà privata venisse assimilato (solo in Lombardia) all’esercizio di vere e proprie attività commerciali di tipo turistico ricettivo.

  3. È una vergogna che la legge sia stata fatta, una legge anticostituzionale che limita la libertà personale di disporre dei propri liberamente…. Facile pretendere tasse su seconde case derivanti 9 volte su 10 da successioni, e porre dei limiti assurdi dettati dalle lobby di classe…. Il governo sarà anche moribondo, ma la legge è nata già affetta da gravi patologie…..

  4. E meno male che è intervenuto il governo a bloccarla. Una legge regionale che andava in contrasto con legge dello Stato andava bloccata da tempo. Finalmente!

  5. A mio parere l’incremento dei flussi turistici si ottiene anche diversificando l’offerta di alloggi e ricordando quali sono i servizi peculiari per ciascuna categoria di accoglienza. La locazione di immobili è senza alcun dubbio materia di legislazione statale, di lungo o breve periodo che sia, ed è uno dei tanti modelli di accoglienza, con un proprio target di riferimento. Nessuna ‘concorrenza sleale’, ma un diritto costituzionalmente sancito di disporre della proprietà privata.
    Ben vengano le misure volte a far emergere il sommerso, ma in nome della legalità e soprattutto della semplificazione.

  6. La legge di Regione Lombardia è un grossissimo pasticcio, che non solo non ha minimamente scalfito il sommerso, ma ha creato gravi difficoltà a chi cerca di osservare le leggi, tutte, a partire da quelle dello Stato. Perché Regione Lombardia si ostina nell’assurdo braccio di ferro con i proprietari che danno in locazione le proprie case, secondo il Codice Civile e un certo numero di leggi dello Stato, e non accetta di distinguere le due fattispecie istituendo un modello di comunicazione che riconosca la specificità della locazione turistica? Insipienza o calcolo politico? Bene ha fatto il Consiglio dei Ministri a impugnare la parte della legge regionale in palese contrasto con la Costituzione e con la legge nazionale.

  7. Ma come? E’ proprio l’opposto. Mi dispiace doverlo dire, ma chi ha seguito la questione da vicino sa molto bene che la Regione Lombardia questa volta ha fatto un pasticcio clamoroso, mettendo tutto in un gran calderone indifferenziato, causando la paralisi totale degli stessi apparati preposti alle registrazioni e generando un mostruoso ibrido, come la casa vacanze non imprenditoriale. I proprietari privati di normali appartamenti dati in locazione breve in Lombardia dal 2015 al 2018 hanno avuto crisi di identità e deliri di riferimento ogni volta che si sono sentiti dare del “gestore di struttura ricettiva”, si sono visti inserire nel portale “impresa in un giorno” e massacrare di pubblicità via mail destinata agli hotel e alle catene alberghiere (perchè la Regione Lombardia si è anche sentita autorizzata a diffondere i contatti prvati). Alcuni, rifiutandosi di dichiararsi tali si sono ritrovati a implorare nei corridoi della Questura la possibilità di dichiarare i propri ospiti, per poter adempiere alle norme di pubblica sicurezza. Altri, per poter continuare ad affittare la propria casa in modo regolare, sono stati obbligati a dichiarare di essere quello che non erano, cioè una struttura alberghiera non imprenditoriale, rischiando (oltre al danno, la beffa) di commettere reato di falso. Tutti hanno passato ore, giorni, settimane, mesi a leggere interventi sui forum di settore nella vana speranza di capire cosa mai il legislatore regionale intendesse dire. Gli impiegati stessi della Regione e della Città Metropolitana hanno quasi meditato il suicidio di massa perchè stufi di far fronte alle mille domande a cui non sapevano rispondere. E quando finalmente il Governo, dopo 3 anni, dichara, che sì, effettivamente c’è stato un errore, la materia non era di competenza regionale, la Regione Lombardia ha fatto casino e bisogna rifare tutto, questa è la reazione? Sarebbe stato molto più dignitoso un sommesso “mea culpa”. Non è questa legge pasticciata che ha “incrementato il turismo” in questi anni, ma casomai la tenacia e la determinazione delle migliaia di proprietari di appartamenti privati che non si sono fatti demoralizzare dalle pretese assurde di un legislatore confuso e maldestro (per essere benevoli) e che hanno tenuto duro nonostante il tentativo, celato dal pretesto di frenare l’abusivismo, di boicottare in tutti modi la share economy a favore del mercato tradizionale. Benvenga che il governo Gentiloni abbia dato una mano al turismo del terzo millennio.

  8. Mi sembra di sentire lo stridore delle unghie sui vetri…
    La legge della Regione Lombardia è un pasticcio è in contrasto con gli articoli del Codice civile,
    e siccome la legge dello Stato prevale su quella particolare, la Regione Lombardia dovrà, si spera,
    correggere le anomalie abusivamente introdotte.
    Dire che la suddetta legge, così contorta, abbia favorito l’emergere del sommerso, mi sembra davvero una bufala, semmai il contrario!
    Ma le leggi devono essere poche , chiare e giuste, e non pretendere che per sentirsi “in regola” si sia obbligati a dichiararsi ciò che non si è, cioè una struttura ricettiva commerciale!
    Suvvia, non sarà poi così difficile, ce l’hanno fatta altre regioni tra cui la regione Veneto, con un poco di sforzo potrà farcela anche la regione Lombardia a stendere delle norme NON anticostituzonali, nel rispetto delle leggi già esistenti che regolano la locazione della proprietà privata.

  9. Commenti che continuano ad ignorare la realtà dei fatti. La maggioranza delle LT e delle CAV continuano ad esercitare un lavoro turistico e lo esercitano in massima parte in maniera abusiva perchè offrono servizi, protetti dall’anonimato offerto dalle OTA, che addirittura danno consigli come incassare i proventi nascondendoli al fisco.
    Visto che non vogliono essere controllati, le autorità devono almeno sapere che esistono e cosa fanno e personalmente credo sia il minimo da chiedere.
    Questa gente sono il 75% del mercato turistico lombardo e ogni giorno ospitano migliaia di persone senza segnalarli al TULPS.
    Ogni volta che succede qualcosa di strano in queste strutture, i giornalisti dicono che sono ospitati nei B&B, semplicemente perchè è un termine che la gente capisce.
    Spero proprio che il prossimo governo specifichi per legge la differenza tra gli affitti e l’ospitalità turistica e abolisca l’art. 53 eliminando alla base il problema.

    1. Mi scusi, ma se il modo di affrontare una questione così complessa e articolata è quello di generalizzare lanciando accuse, sembra proprio che sotto ci siano degli interessi di settore e che si voglia favorire il proprio, stornando l’attenzione sul punto. Invece se vogliamo concretamente risolvere il problema, basterebbe, come moltissime altre regioni fanno, predisporre un modulo per chi fa Locazione Breve (quindi NON offre servizi, NON esercita attività commerciale, NON è una struttura ricettiva) con il quale regolarmente dichiarare la propria intenzione di affittare per periodi brevi al Comune, dichiarare i flussi turistici e poter dichiarare in questura i propri inquilini. L’evasione e l’abusivismo sono problemi che toccano tutti i settori e riguardano persone disoneste. Qui si sta cercando di risolvere il problema di quelle oneste. Anche i B&B hanno pagato e pagano le spese di chi generalizza in modo superficiale. Sarebbe bello una volta per tutte smettere di generalizzare e analizzare i problemi con onestà intellettuale, sforzandosi di capire le differenze e le ragioni dell’altro; come si fa tra persone persone civili, nei paesi civili.

  10. Egregio sig. Alfredo, ne abbiamo discusso tante volte e ora lo dice anche il Governo nelle motivazioni della impugnazione: con la locazione turistica un proprietario esercita il suo diritto di proprietà privata; con la cav un gestore esercita una vera e propria attività commerciale turistico ricettiva.
    I proprietari non intendono nascondersi. I proprietari intendono essere riconosciuti per quello che sono e non essere costretti a rendere false dichiarazioni pur di ottenere le credenziali per l’accesso ai portali per la comunicazione degli alloggiati alla Questura o per la comunicazione dei flussi turistici.
    Che si dia ai proprietari un modulo e, quindi, la possibilità di potersi “registrare” in comune per quello che sono e non per quello che NON sono.
    È stato chiesto anche con la presentazione di un emendamento alla l.r. 27/2015 e la maggioranza del consiglio regionale ha respinto la richiesta. La verità è che dietro allo scopo dichiarato di combattere le situazioni irregolari (che si realizzerebbe semplicemente consentendo ai proprietari di “registrarsi” come tali) c’è la precisa volontà di impedire ai proprietari di esercitare il proprio diritto e di costringerli ad assumere il ruolo di gestori di strutture turistico ricettive nella convinzione che impedendo ai turisti di alloggiare in appartamenti privati, gli stessi sarebbero costretti ad alloggiare nelle tradizionali strutture ricettive alberghiere ed extra alberghiere (inclusi i b&b). Si tratta di una visione miope, che non tiene conto del fatto che famiglie, magari con bambini, cercano la privacy e il confort di un appartamento e non alloggerebbero più in una singola stanza di un albergo o di un b&b. Con il rischio che quelle famiglie potrebbero anche preferire altre destinazioni, con grave danno per il sistema turistico regionale e nazionale che crsce anche grazie ai proprietari che hanno scelto di aprire le proprie case, magari lasciate inutilizzate per anni per la preoccupazione dei rischi che si assumono con gli affitti di tipo tradizionale. Lo ha capito anche il governo. Lo hanno capito anche gli albergatori, ottendo il varo del decreto sui Condohotel.

  11. E meno male che è intervenuto questo governo “moribondo” a impugnare la legge regionale lombarda che in questi anni ha messo in grande difficoltà i proprietari di appartamenti costretti a dichiararsi per quello che non sono, ossia strutture ricettive, con tutti i rischi e i danni che questo comporta, solo per evitare di ricevere sanzioni da Province o Comuni.
    Ora, dopo l’impugnazione da parte del Governo, ci aspettiamo che Regione Lombardia riveda la normativa, come da molto tempo e da più parti richiesto, in modo da rispettare la specificità della locazione turistica e affitti brevi, come già avvenuto in gran parte delle Regioni Italiane.

  12. Quindi il presupposto è tutti che coloro che vogliono/dichiarano di fare Locazione Turistica sono tutti degli imbroglioni che cercano di truffare lo stato, non pagare imposte e offrire servizi che non sono consentiti?
    Non ci sto, grazie.
    Se affitto una mia proprietà nuda cruda per brevi periodi, senza colazione, senza servizi di pulizia senza offrire altri servizi tipici delle strutture alberghiere, perché dovrei dichiararmi struttura ricettiva?
    Per fare un favore a coloro che vedono furberie dappertutto? Sono problemi loro.
    Aggiungo che quando mi muovo con la famiglia non sopporto più di andare in alberghi e nemmeno in B&B. Preferisco un appartamento anche spartano, anche senza wifi, bollitori e stupidaggini varie e persino senza biancheria e strofinacci, ma che mi dia la sensazione di stare in pace, in uno spazio ampio, come fossi a casa.

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