Milano 30 Aprile – Negli ultimi giorni sono state inaugurate 2 opere importanti: la linea 5 del metrò e la riqualificazione della Darsena. Al di là di imperfezioni sempre possibili sono 2 grandi infrastrutture al servizio della città, che contribuiranno a migliorare la qualità della vita e la attrattività di Milano.
Pisapia gongola e si piglia il merito di averle inaugurate e sui giornali la propaganda si spreca.
Ma chiediamoci perché queste opere sono state realizzate. Oggi infatti la difficoltà maggiore per un Comune è quella di trovare le risorse per realizzare opere pubbliche. Le amministrazioni nazionali e locali usano le nostre tasse per mantenere i servizi esistenti e la pesantissima macchina burocratica che li produce. Stop, non ci sono soldi per far altro.
Allora la lungimiranza e la abilità di un Sindaco e di un amministratore si misura essenziamente su un aspetto: trovare risorse. Trovare soldi pubblici (statali o comunitari) o privati per realizzare metropolitane, scuole, ospedali, parchi, per rigenerare interi quartieri di periferia di proprietà pubblica. E qui l’avvocato arancione è stato impalpabile.
Letizia Moratti e il centrodestra che ha governato per 14 Milano ebbero la forza e la visione di pensare a un grande evento internazionale per obbligare il Governo a dare a Milano quelle risorse statali che non erano mai arrivate in decenni: 2 miliardi per fare 2 linee del metrò, altri soldi per fare i padiglioni di Expo e sistemare le cosiddette Vie d’Acqua, di cui la Darsena è un pezzo. L’evento Expo ha poi portato tante altre risorse private per allestire i padiglioni e realizzare nuove autostrade e iniziative commerciali. Tutto ciò in un momento in cui i Comuni non hanno più i soldi nemmeno per piangere.
A Pisapia spettava il compito di completare la linea 5, che era quasi pronta nella tratta Garibaldi- Bignami, e di far partire la M4, per cui c’erano i soldi e un progetto preliminare.
Sappiamo come è andata: la M5 è stata parzialmente inaugurata, la M4 è ferma ad un brutto progetto totalmente da realizzare con 5 anni di ritardo, la viabilità e i parcheggi attorno ad Expo semplicemente non esistono. Le opere pubbliche vanno seguite stabilendo e vigilando sui cronoprogrammi, monitorando Roma. I lavori non procedono perché Maran fa un intervista e Renzi fa un tweet.
Quello che però e ancora peggio è che Pisapia non lascerà nessun progetto non dico realizzato, ma nemmeno finanziato. Il Lirico, il Vigorelli, il Palalido e l’Ortomercato cadono a pezzi. I quartieri di edilizia pubblica e le scuole sono meno manutenuti di 5 anni fa ma non esiste un piano, una idea per trovare i soldi per metterli a posto. Non si sa cosa fare in futuro nel quartiere Expo, delle tante aree militari e ferroviarie che potrebbero rigenerare le periferie.
Insomma di Pisapia ci ricorderemo solo quando vedremo delle sghembe e inutili piste ciclabili.
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Fabrizio De Pasquale
Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.