Juventus-Milan 3-1
Milano 1 Aprile – È ancora troppo presto per il Milan, i tempi non sono ancora maturi per vincere in casa della Juventus.
I soliti cambi di Allegri, il cinismo, l’esperienza e la panchina lunga dei bianconeri hanno la meglio sulla modernità di gioco del Milan di Gattuso, che a tratti è anche bello.
Il Diavolo riesce a mettere in difficoltà la Juve nel suo stadio come nessun altro in questa stagione era riuscito a fare, pareggiando di forza con Bonucci il gol di svantaggio di Dybala e mandando all’aria però in malo modo come al solito almeno 4-5 ripartenze in campo aperto, colpendo una traversa terrificante con una bomba di Calhanoglu e sprecando sottoporta un paio di occasioni clamorose con Silva e Bonaventura. Allegri nella ripresa mette le frecce Costa e Cuadrado e colpisce il Milan quando al 75′ arriva il calo fisico, l’esperienza e l’intelligenza di Khedira fanno il resto e il resto in questo caso significa assist per Cuadrado e gol finale che chiude la partita.
Eppure il Milan se l’era giocata alla pari, per lunghi tratti anche meglio, nella ripresa la sensazione era che se una squadra fosse uscita vincente quella sarebbe stata il Milan. Invece quando la Juve regge l’urto poi la vince e così è successo. Il cinismo bianconero, quello che ancora manca alla squadra più giovane della serie A, il Milan.
Analisi tattica.
Il Milan parte col 4-3-3 e la Juventus scende in campo col 3-5-2.
La scelta di schierare tre difensori e Asamoah e Lichtsteiner come quinti di centrocampo fa capire che Allegri è preoccupato dalle catene laterali rossonere, sa che i terzini di Gattuso giocano alti vicini agli esterni e con l’accompagnamento delle mezzali, Allegri cerca così di non trovarsi mai in inferiorità numerica perché con la difesa a quattro sarebbe più complicato contenere tre avversari vicino alla linea laterale e questo gli permette anche di avere Costa e Cuadrado da inserire nella ripresa come carte da giocarsi. La Juve in fase di possesso porta sempre Dybala e Khedira affianco o a volte alle spalle di Biglia ed è proprio da questa situazione che nasce il primo gol bianconero con Bonaventura che non legge le scalate come invece fa bene Kessie. Il palleggio juventino non è di qualità come quello del Milan e il gioco della Juve ne risente, non riuscendo mai a sviluppare le azioni.
Il Milan gioca con un palleggio molto ragionato per poi accelerare con le triangolazioni sulle fasce o cercando improvvisamente l’imbucata centrale, Gattuso porta spesso quattro uomini tra le linee dietro ad André Silva e la Juventus fatica a leggere le situazioni. Bravi i rossoneri a isolare Higuain e a tagliargli i rifornimenti.
Quando nella Juve entrano Costa e Cuadrado cambia la partita, i due bianconeri con i loro strappi mandano in crisi le chiusure preventive rossonere e creano la superiorità numerica. Il Milan non è bravo a sfruttare le ripartenze sciupando tutto con le imprecisioni dell’ultimo passaggio o sottoporta come nell’occasione capitata a Bonaventura.
Il derby.Il Milan è pronto a passare al fondo Elliot. Yonghong Li è fallito in Cina. Il rifinanziamento non ci sarà. Yonghong Li non ha i soldi per l’aumento di capitale.
Queste sono solo alcune delle frasi che tutti hanno letto e sentito in queste due settimane di sosta per le nazionali.
Il presidente del Milan non è affatto fallito, ha solo lasciato morire una vecchia società in cui non avrebbe più quote che tra l’altro non era nemmeno stata inserita tra gli asset dati a garanzia per acquistare il Milan. Altro che cassaforte di Yonghong Li.
Menomale che tutti nel mondo del calcio si erano detti favorevoli all’ingresso di investitori stranieri nel nostro campionato, questi cinesi non vengono lasciati in pace nemmeno per un attimo, gli attacchi che subiscono sono continui e quando puntualmente Yonghong Li si presenta con i soldi per i pagamenti smentendo tutti, si dice che sia riuscito a “trovarli”, come se il presidente del Milan camminasse per boschi raccogliendo banconote come se fossero castagne in autunno. Faremmo volentieri anche noi un giro in questi boschi cinesi.
Amenità a parte, i tifosi del Milan possono stare tranquilli, chi rischia, sempre che qualcuno rischi, è il solo Yonghong Li che si vedrebbe sfilare dalle tasche la società Milan che passerebbe ad Elliot, il fondo americano non farebbe altro che gestire il Milan fino a quando non trovasse un compratore in grado di cacciare centinaia di milioni, questo significa che Elliot ha per forza tutti gli interessi a mantenere il Milan una squadra di alto livello ed è il motivo per cui il fondo ha dichiarato di essere pronto a sostenere Fassone nell’incontro con la UEFA. Che ci siano dei punti su cui fare più chiarezza è fuori discussione, ma Milan non fallirà. Con buona pace dei rosiconi.Il Derby è inutile spiegarlo, inutile stare a dire quanto sia importante per prestigio e cosa rappresenti per un tifoso. Anche se non contasse nulla per la classifica il derby rimane la partita più sentita della stagione, quella in cui va messo non solo il cuore ma tutto quello che si ha. Il derby che arriva adesso però è doppiamente importante, perché a questo punto rappresenta davvero l’ultima spiaggia per la Champions, solo i tre punti possono sostenere la speranza rossonera di arrivare quarti.
Il Milan deve vincerlo per forza, quindi mercoledì, oltre a quello che si ha, bisognerà mettere in campo anche quello che non si ha, anche l’impossibile.
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845