Milano 5 Aprile – Via Preneste è un buco nero sulla mappa di Milano, il quartiere è San Siro ma è molto lontana dalla quiete delle ville di lusso. In quei duecento metri scarsi c’è un universo di illegalità che parte dal racket delle occupazioni abusive e finisce chissà dove.
Controllare qualcuno anche a caso porta, quasi sempre, un risultato. A volte supera anche le aspettative, come accaduto lunedì pomeriggio, quando due carabinieri hanno fermato un pachistano in strada per verificare che avesse i documenti in regola. L’uomo era effettivamente in possesso di un permesso di soggiorno ma inserendo il suo nome nel database è scattato l’allarme per i ricercati. Ajaz Mohammad non era un semplice straniero, aveva un mandato di arresto europeo emesso dalla Slovenia per traffico di esseri umani. Una vicenda risalente al 2015, quando assieme ad altri complici (alcuni dei quali rimasti ignoti) aiutò 17 persone a entrare in Slovenia varcando il confine con l’Ungheria. Tutti afghani e pachistani condotti verso la speranza di una vita migliore dietro il compenso di 7mila dollari a testa.
Quella volta a Mohammad e soci non andò bene, le autorità slovene lo fermarono con un gruppo di disperati ma – non è stato ben chiarito dalla ricostruzione dei carabinieri – è riuscito a scappare dal Paese e ad arrivare in Italia. Dove, tra l’altro, non ha fatto nulla per passare inosservato: sulla sua fedina penale compaiono un precedente per guida in stato di ebbrezza e un altro per maltrattamenti in famiglia, oltre a una denuncia per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Il suo passato in Slovenia non era emerso perché il mandato di arresto europeo è stato emesso solo nel gennaio scorso e da allora aveva evitato le forze dell’ordine. Se non fosse stato fermato dai due solerti carabinieri avrebbe continuato tranquillamente la sua vita in Italia. È stato sfortunato, era al momento sbagliato nel posto sbagliato.
In realtà dipende dai punti di vista, perché via Preneste è il luogo giusto per trovare molte cose: una casa gratis, un documento falso, droga, un buon ricettatore. «Nel quartiere di San Siro sono passati terroristi, reclutatori, clandestini, gestori del racket degli abusivi e trafficanti di esseri umani – commenta Riccardo De Corato, neoeletto assessore regionale a Sicurezza, Immigrazione e Polizia Locale – E l’Aler senza l’ausilio delle forze dell’ordine non può fare niente, devono intervenire Comune, questura e prefettura. Intanto continuiamo ad accogliere tutti, come chiedono Sala, Majorino e i salotti buoni del centrosinistra. Adesso l’uomo, fermato in via Preneste è a San Vittore in attesa dell’estradizione, ma non è certo l’unico che organizza tratte di esseri umani che vengono portati a Milano».
Salvatore Garzillo (Libero)
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