Milano 6 Aprile – Semplicemente occorre tempo. E riflessione, dice Mattarella. Quasi che qualche giorno possa far maturare una linea programmatica condivisa nelle finalità e nel metodo. Poche cose urgenti, concrete, nel rispetto dell’Europa, ma difendendo i diritti degli italiani, dice Berlusconi. Smussare gli angoli, rinunciare ai personalismi e ai veti, dice Salvini; non riconosco la coalizione di centrodestra e scelgo Salvini e il PD come interlocutori per stringere un contratto di cose da realizzare, dice Di Maio. Un Di Maio padrone del vapore che si autoelegge arbiter della politica, che non accetta un dialogo paritario, che ha il sorrisino di una superiorità accessoria alla sua presunzione. Nessuno dispone da solo della maggioranza necessaria a far nascere e sostenere un governo. Questo è il risultato delle urne e questo è il quadro certificato dalle consultazioni, riafferma Mattarella. Ed è talmente ovvio e palese che solo Di Maio non capisce o non vuol mostrare di capire: per la struttura mentale dei suoi elettori che amano la protesta ad oltranza, che sono gasati a tal punto da confondere una buona affermazione con una vittoria tout court. Non è così. Di Maio ha bisogno di numeri aggiuntivi perché il Paese venga governato, non necessariamente da lui come premier. Far politica e saperla fare non è aprire la scatoletta della casta di cui fa parte e di cui gode i benefici, ma è trovare quel compromesso, il migliore, per far funzionare lo Stato
E il Centrodestra per essere legittimato non ha bisogno di Di Maio, ma è stato legittimato da vent’anni di governo nei comuni e nelle regioni. E l’elettore di centrodestra, pur con sensibilità e sfumature diverse, sa che la forza e l’incisività della formazione stanno nella sua unità. Non credo che Salvini voglia buttare a mare le battaglie e le vittorie fatte insieme. Sarebbe sconcertante e sleale nei confronti degli elettori che hanno creduto e sostenuto la coalizione.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano