Riapre Palazzo Citterio restaurato. Finalmente prende forma il progetto della Grande Brera

Cultura e spettacolo

Milano 13 Aprile – Dopo un’attesa lunga 40 anni, riapre a Milano Palazzo Citterio inutilizzato da decenni. Un lavoro di recupero straordinario che, in soli due anni e mezzo, ha restituito alla città il palazzo settecentesco che ospiterà le collezioni del Novecento della Pinacoteca di Brera. Siamo stati alla conferenza stampa ed abbiamo visitato gli spazi in anteprima
Solo 31 mesi dal giorno in cui è stato presentato il progetto preliminare per il recupero di Palazzo Citterio, nel luglio 2014, al giorno in cui il palazzo settecentesco, finalmente restaurato, riapre le porte al pubblico pronto ad essere restituito alla comunità. Un risultato straordinario in un paese come l’Italia che non ci ha abituato a tanta celerità. Certo il recupero di un’architettura importante, nel cuore del quartiere Brera, era in cantiere da oltre quarant’anni, ma dopo decenni di discussioni su destinazione d’uso, risorse ed investimenti, la riapertura di Palazzo Citterio segna un successo enorme di MiBACT, della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici e dell’amministrazione targata Beppe Sala.
. “Dopo decenni di immobilismo, battaglie legali e destinazioni incerte”, racconta Caterina Bon Valsassina, per quattro anni alla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Lombardia ed oggi Direttore generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, “sono riuscita a sbloccare il progetto di riqualificazione dell’edificio settecentesco di via Brera, deputato all’ampliamento delle sale espositive della Pinacoteca e ai nuovi allestimenti per le opere del Novecento e a far partire il progetto grazie ai 23 milioni di euro stanziati nel 2012 dal CIPE. Un’opera a cui sono molto legata, anche se non ho potuto seguire i lavori da vicino, dopo essermi dimessa da Responsabile Unico del Procedimento del progetto “Verso la Grande Brera” perché diventava complicato seguire tutto da Roma”. E c’è spazio anche per un piccolo aneddoto folcloristico. “In un momento in cui tutto sembrava bloccato, mi sono ricordata dell’usanza napoletana di utilizzare i corni come buon auspicio”, racconta la Bon Valsassina “ed ho quindi fatto inserire in uno dei muri del palazzo un corno rosso che arrivava direttamente da Forcella, il noto quartiere popolare di Napoli”. Folclore a parte, è Marco Minoja, segretario regionale della Lombardia, a fornire i dettagli della portata dell’intervento. “31 mesi sono davvero un lampo per un progetto così ampio”, sottolinea Minoja, “e rappresentano una storia esemplare di rapidità. Ci sono state solo 3 brevi proroghe in questo arco temporale e il cantiere è stato ultimato praticamente nei tempi stabiliti. Un vero capolavoro dell’amministrazione pubblica e segno di come a Milano avvengano piccole imprese straordinarie”.
Gremito il tavolo di discussione di tutte le personalità che hanno contribuito alla realizzazione del progetto. Oltre al sindaco Beppe Sala, Caterina Bon Valsassina, Marco Minoja, già citati, hanno preso parte alla conferenza Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretario del MiBACT, Carla Di Francesco, segretario generale del MiBACT, l’ex ministro Lorenzo Ornaghi, Alberto Artioli, soprintendente, Amerigo Restucci, dell’Università IUAV di Venezia, Giovanni Carbonara dell’Università La Sapienza di Roma e Antonella Ranaldi, soprintendente ai Beni archeologici, Belle Arti e Paesaggio della Città Metropolitana di Milano. Con una mancanza abbastanza evidente: l’assenza al tavolo della conferenza di James Bradburne, direttore della Pinacoteca di Brera a cui gli spazi sono assegnati. A domanda precisa della stampa è lo stesso Bradburne a prendere la parola e a spiegare. “Sono stato invitato a sedermi accanto alle altre personalità presenti”, sottolinea il direttore della Pinacoteca, “ma ho rifiutato perché sono a Milano da soli due anni e non ho ritenuto giusto prendere le luci della ribalta accanto a chi lavora a questo progetto da decenni. La Pinacoteca è parte integrante di Palazzo Citterio e svolgerà al meglio il ruolo di cui è stata investita appena gli spazi saranno consegnati”. Passaggio di testimone che dovrebbe avvenire a giugno 2018, salvo imprevisti.
Un lavoro di ristrutturazione ampio ha coinvolto tutti i 6500 metri quadri di Palazzo Citterio che ritornano alla luce in una nuova dimensione museale ma nel rispetto della storia dell’architettura settecentesca. Qui troveranno posto le collezioni del Novecento della pinacoteca di Brera, esposizioni temporanee, sale per conferenze e proiezioni, bookshop e caffetteria. E poi un giardino, popolato da sculture, che si congiungerà con lo spazio verde dell’Orto Botanico e che garantirà un collegamento immediato tra palazzo Citterio e la Pinacoteca. Le collezioni permanenti saranno collocate al piano nobile mentre la sala con soffitto a cassettoni in cemento armato, realizzata negli anni Settanta, ospiterà mostre temporanee ed eventi. Lo spazio interrato sarà dedicato alla fruizione di opere multimediali. Un’architettura moderna, ma consapevole della propria storia, pronta a diventare uno spazio museale di respiro internazionale ed arricchire ulteriormente l’offerta culturale di Milano che, in pochi chilometri, avrà il suo primo vero polo museale. Per festeggiare la conclusione dei lavori di recupero e restauro, è stata allestita una mostra di fotografie di Maurizio Montagna. Mariacristina Ferraioli (Artribune)

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