Milano 13 Aprile – DAL 17 AL 22 APRILE – MILANO DESIGN WEEK – VIA SANTA MARTA, 14
Al Fuorisalone lo Champagne diventa protagonista delle nuove opere di NINI: l’unica artista italiana invitata al Burning Man presenta Win‘e’land
Tra pop art e underground contemporaneo, Win‘e’land racconta non solo l’affascinante mondo dello Champagne ma anche l’altra faccia della festa grazie alle frasi di “Alice in Wonderland” di Carroll a rappresentare il superamento della censura morale verso l’immaginazione
Milano, aprile 2018 – In occasione della Milano Design Week, Francesca NINI porta al Fuorisalone il suo nuovo progetto artistico Win‘e’land. L’artista espone in via Santa Marta 14 un’installazione composta da 11 opere che raffigurano diverse bottiglie di Champagne, un viaggio al confine tra pop art e underground.
Dietro al titolo, un mix di parole e significati: win, vincere le paure e lasciarsi andare; win‘e’, vino, per celebrare; land, perché è un viaggio di scoperta.
Non più le figure umane con i loro sentimenti che da sempre caratterizzano le opere di Nini, bensì bottiglie di Champagne. Perché lo Champagne? “Perché è indicativo di un prodotto mercificato, prima di élite, ora di tutti – commenta NINI. – In realtà non è per tutti, perché complesso e affascinante tanto che ti demotiva dal degustarlo ma ti porta a buttarti avidamente in una bevuta liberatoria”. Il meglio e il peggio del bevitore, pensieri espressi dalla vandalizzazione dell’opera, termine coniato dall’artista per definire la tecnica che utilizza e che da sempre la contraddistingue: vandalizzare significa creare contrasto, una divisione di sentimento, di piacere ma soprattutto fa emergere la natura profonda dell’oggetto dipinto. La bottiglia vandalizzata, rappresenta quindi il sorseggio libero e quello che produce, gli assaggi affascinanti, inaspettati, rotondi e spigolosi.
Win‘e’land mostra anche l’altra faccia della festa: il retro dei quadri, uno sfondo scuro su cui spiccano per contrasto in rosso le frasi più espressive per NINI prese dal romanzo di Lewis Carroll Alice in Wonderland, a rappresentare il superamento della censura morale verso l’immaginazione, perché “l’immaginazione che scavalca i confini è vincente”.
Non mancano quindi i riferimenti letterari, elementi ricorrenti all’interno dell’opera dell’artista, anche con Victor Hugo, ispirazione underground per un sottoterra che è scenario di peccati e redenzione, dove “il buio ingoia ma è anche salvezza”.
Underground, movimento e tendenze del sottosuolo, un luogo proprio della società dei consumi che va ad esplorare la mercificazione sfacciatamente di superficie. È “un’esperienza dove non ci si nasconde e non si ha paura, fatta di diversità, dove c’è il coraggio di far vedere il brutto, di guardarsi violento e dominarsi”.
Win‘e’land non è solo una serie di quadri, ma nasce come un’installazione multisensoriale: i visitatori vengono introdotti in uno spazio di colori, forme e suoni, delimitato dalla verticalità degli stessi quadri, tenuti insieme da un fil rouge consistente di corde rosse che legano l’installazione creando pareti affollate. È inoltre un’esperienza uditiva, grazie al Sound Design di Stefano Pasini che conferisce al visitatore la sensazione di trovarsi in uno spazio intimo, davanti al proprio mondo interiore.
La libertà di lettura dell’opera pone al centro il visitatore: senza alcun vincolo cronologico, non c’è un ordine specifico per vivere l’esperienza dell’installazione.
Win‘e’land, come la maggior parte dei lavori di NINI, mostra in modo spiccato il suo voler essere popolare, comprensibile per tutti, diviene arte del popolo, una potenziale produzione in serie tipica della pop art.
Win‘e’land, Francesca NINI
17-22 aprile 2018, Milano Design Week
Via Santa Marta, 14 Milano
Orari di apertura: dalle 10:00 alle 20:00
Didascalie delle opere
Trittico Win‘e’land (Dom Pérignon), tecnica mista, collage, 80×80
Trittico Win‘e’land (Maison Mumm), tecnica mista, collage, 80×80
Trittico Win‘e’land (Veuve Clicquot), tecnica mista, collage, 80×80
Win‘e’land B (Bilcart), tecnica mista, collage, 60×140
Win‘e’land D (Dom Pérignon), tecnica mista, collage, 60×140
Win‘e’land K (Krug), tecnica mista, collage, 60×140
Win‘e’land C (Comtes), tecnica mista, collage, 60×140
Dom Pérignon Vandalizzata, tecnica mista, collage, 100×180
Veuve Clicquot Vandalizzata, tecnica mista, collage, 100×180
Magnificent Three, tecnica mista, collage 125×140
Crowded, tecnica mista, collage, 180×130
Biografia dell’artista
Francesca NINI (Francesca NINI Carbonini) è un’artista milanese-lampedusana, vive infatti tra Milano e Lampedusa respirando le influenze sia della metropoli sia quelle dell’isola, impegnandosi in prima persona per la promozione della cultura; si occupa dell’organizzazione di mostre, di installazioni personali e di altri autori, inoltre insegna alla Scuola del Fumetto di Milano.
Nini afferma che il colore più bello sia il nero senza però rivelarne le motivazioni che rimangono un segreto personale. Crede che ciò che deve accadere, accada “nonostante tutto” ma non per questo non crede al Libero Arbitrio, che Dio esiste ed è un bellissimo campo di fiori e che sta solo a noi correrci in mezzo. Chi ha coraggio può fare a meno di una reputazione. È convinta che si debba restituire al dolore tutta la sua innocenza e per questo è consapevole del rischio di una possibile sconfitta e perché no, anche di una vittoria.
Nini dipinge su grandi dimensioni (130 x180) così da essere all’interno del suo quadro, divenendo incosciente di quello che fa e presente solo alla fine; non per questo esiste casualità. Non ha paura di stracciare, cambiare, distruggere finché non sente suo il quadro, finché non prende vita.
Il 16 novembre 2013, a 200 anni dalla nascita del “Romanticismo” Francesca Nini scrive TRANSFORMAZIONE MANIFESTO (pagina pubblica su Facebook), fondato sulla centralità dello spirito vitale e narrativo dei libri; spirato all’evoluzione, alla crescita e ai parametri sentimentali propri dell’arte, con uno sguardo attento alla pittura.
Si ricorda “ALL’OMBRA DI PINOCCHIO” (pubblicato da Carthusia edizioni 2012 – in mostra a Firenze al “Pinocchio Biennale 2012”.) che è uno sguardo profondo al libro di Collodi “Le avventure di Pinocchio”, contenente trentatré tavole, ciascuna per ogni capitolo del libro originario, che illustrarono il viaggio interiore di Pinocchio e quindi in ultima analisi di tutti noi. Il libro “All’ombra di Pinocchio” è ora utilizzato in alcune scuole inglesi per aiutare i ragazzi a raggiungere e scoprire un’analisi di se stessi.
Nel 2012 è l’ideatrice del concorso internazionale d’illustrazione Silent Book Contest assieme al collega Gianni De Conno. Il concorso è dedicato alla creazione di un libro illustrato senza parole inedito, realizzato dal Comune di Mulazzo, l’Associazione Montereggio Paese dei Librai e IOB International Organisation of BookTowns, con il contributo di Carthusia Editore, la collaborazione del Bologna Children’s Book Fair e il patrocinio di IBBY Italia. (www.silentbookcontest.com)
Tra le opere nel 2013 “UNDERGROUND” tratto dall’omonimo libro di Lewis Carroll da cui nascerà la versione più ampia di “Alice nel paese delle meraviglie”. Diverrà a breve un albo illustrato.
Agosto 2014 “MOWGLI SYNDROME” tratto da “I libri della giungla” di Rudyard Kipling, quadri di grandi dimensioni per raccontare un libro aperto facendo emergere gli aspetti parossistici e meravigliosi dell’epoca Vittoriana confrontandoli con quelli moderni. “Mowgli Syndrome” (www.mowglisyndrome.com) è un’installazione di 9 metri di diametro che è stata completata con una live performance dell’artista nell’estate 2014 nel deserto del Nevada in occasione del Festival Artistico Burning Man.
A febbraio 2015 partecipa all’evento di arte alternativa Affordable ArtFair a Milano.
Nel marzo 2015 espone, ospitata da Children’s Book Fair di Bologna, una sintesi dell’installazione “Mowgli Syndrome”.
In Ottobre 2015 in occasione del Festival Sabir a Lampedusa, partecipa con una nuova installazione intitolata, “LITTLE RED UNDERWOOD” tratto dall’omonimo libro “Cappuccetto Rosso” dei fratelli Grimm, l’installazione è stata ospitata al BOOK City Milano (ottobre2015) presso il Museo Diocesano ed è stata presentata alla Fiera di Bologna (marzo 2016). Ogni anno l’opera viene esposta al pubblico in occasione del Festival del Libro di Montereggio.
Tra il 2016 e il 2017, la serie di opere Alchimia viene esposta in diverse location di spicco, 10 autoritratti intimisti.
Ad agosto 2017 è l’unica artista italiana ad essere invitata dagli organizzatori del Burning Man; partecipa con l’installazione Kafka 9.0, storia di trasformazione e dialogo tra la natura umana e animale come elemento salvifico di libertà.
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