Milano 17 Aprile – Ci sono decine di pendolari comaschi tra i firmatari del ricorso al Tar che questa mattina sarà notificato al Comune di Milano, contro i provvedimenti che lo scorso anno, a ridosso delle feste natalizie, determinarono l’attivazione del celeberrimo autovelox di viale Fulvio Testi, tra gli ormai proverbiali pali 10 e 11, dispositivo che in queste settimane ha mietuto davvero migliaia di “vittime”. Non sono immuni i comaschi, senz’altro non i tanti che ogni mattina scelgono l’auto per raggiungere il capoluogo regionale, e che in molti casi si sono visti notificare chi dieci, chi venti, chi trenta contravvenzioni per importi di migliaia di euro, comminate sì per superamenti dei 50 all’ora prescritti ma di rado superiori ai 70, limite che si riteneva in vigore prima che il dispositivo entrasse in funzione.
«L’iniziativa del ricorso al Tar – spiega Raffaello Ricci, l’avvocato milanese legale dei ricorrenti – è frutto dello spirito civico ed espressione della volontà di un gruppo di cittadini di far accertare dal giudice competente le illegittimità del procedimento amministrativo che hanno portato il Comune ad attivare un autovelox del quale non si avvertiva, invero, l’oggettiva necessità. In particolare, come dovrebbe essere noto, il Codice della Strada prevede che con questi strumenti gli enti locali prevengano l’incidentalità di alcuni tratti di strada “pericolosi” e non, come invece è avvenuto, se ne servano per rimpinguare le casse comunali».
L’iniziativa del ricorso coincide anche con il primo tentativo di affrontare “organicamente” un problema di cui si è a lungo dibattuto e che ha fatto discutere tutta la Lombardia. Si aggiunge alla moltitudine di ricorsi già presentati al Giudice di pace e alla prefettura, sui quali non è ancora maturato alcun pronunciamento.
Tra gli aspetti da rilevare a margine delle tante polemiche innescate dall’iniziativa del Comune di Milano, il fatto che il dispositivo sia andato a colpire soprattutto pendolari, residenti a nord di Milano, nelle province di Como, Monza Brianza e Lecco. Qualche maligno non ha mancato di far rilevare come il meccanismo sia in fondo perfetto: il Comune incassa ma l’amministrazione non rischia di perdere… popolarità tra i residenti.(La Provincia Di Como)
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