Nelle aree cani cibo tossico, sughero con lamette e aghi Casi in aumento: ecco come agire. Allerta in via San Mamete
Torna l’allarme nei parchi giochi e nelle aree cani. Il ritrovamento di bocconi avvelenati ed esche riaccende i riflettori su un tema che da anni tiene impegnata l’Unità tutela animali della Polizia locale. Sono già otto i ritrovamenti di esche da gennaio a marzo. Numeri apparentemente piccoli ma che sono sufficienti a far scattare l’allerta. Indicano, infatti, un trend in salita. A denunciare avvelenamenti tentati o avvenuti sono i residenti. Vigilata speciale è, in questo momento, l’area cani di via San Mamete, dove, tra dicembre e febbraio sono stati ritrovati per ben tre volte tappi di sughero nei quali erano stati infilati in un caso pezzi di lamette da barba e in un altro grossi aghi da cucito. In un angolo verde del quartiere Cantalupa un cane ha ingoiato un boccone dov’era stato nascosto veleno per topi. Per consentire alla polizia locale di inter-venire e mappare il territorio, è utile seguire una procedura ormai rodata. Chi dovesse trovare qualcosa di sospetto deve, innanzi tutto, chiamare lo 02.0208, la centrale operativa della Polizia locale. «Chiediamo ai cittadini di indicare correttamente dove è posizionato il boccone o l’esca che si presume siano avvelenati-spiega Lilìana Mauri, responsabile dell’Unità tutela animali-. Per esempio se è all’interno di un’area verde, se si tratta di un’area cani, se l’esca è su un marciapiede, oppure in un’area privata». Chi lancia l’allarme deve indicare «se ha scoperto l’esca o se ha ricevuto la notizia da altri passanti, i motivi per i quali ritiene che si tratti di una potenziale esca» .Può accadere che la pattuglia non possa arrivare in tempi brevi o non la si possa attendere. In tal caso, è fondamentale recuperare l’esca con cautela e consegnarla ad uno dei quattro distretti della Ats veterinaria che si trovano in viale Molise 66, via Quarenghi 40, via Cherasco 7, via Boifava 25. Ancora diverso il percorso se il proprietario del cane si accorge che l’animale ha ingoiato qualcosa o, una volta a casa, ha sintomi di avvelenamento. In tal caso, «sarà compito del veterinario attivare la procedura di denuncia e inviare il reperto ai distretti veterinari che lo invieranno per le analisi all’istituto zooprofilattico», aggiunge Mauri. Il proprietario deve assicurarsi che ciò avvenga.«La raccolta dei dati è fondamentale per mappare il territorio. L’area dove è avvenuto il ritrovamento viene recintata dalla polizia e poi bonificata dall’Amsa».
Paola D’Amico (Corriere della Sera Milano) pdamico@corriere.it
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845