Condividere la macchina è più bello, se a gestire la cosa è il privato

Milano

E’ tutta questione di cosa sappiamo fare meglio, per ottenere un obiettivo comune: ovvero una mobilità sostenibile per l’ambiente e le tasche dei lavoratori. I divieti salvano la prima parte, ma non la seconda. Girare in macchina da soli la seconda, ma non la prima. Il Car Pooling entrambe. Cosa dice il Comune a riguardo?

“Dopo aver incentivato con successo le flotte di auto, bici e scooter in affitto, ora l’Amministrazione comunale si dedica al car pooling e per diffonderlo concede la sosta gratuita nei parcheggi di interscambio e lungo le linee di forza del trasporto pubblico a chi mette a disposizione di più persone il proprio veicolo su tragitti comuni. Questo consentirà di ridurre il numero di auto in circolazione con beneficio per la fluidità del traffico e la qualità dell’aria”. Ass. Granelli, Comune di Milano.

Cos’è il Car Pooling? Ce lo spiega Repubblica: Non solo car sharing: la mobilità del futuro passa per il car pooling, quello che una volta era sostanzialmente l’autostop. Il modo più ecologico del mondo per evitare che le auto vadano in giro vuote, proprio come succede in Italia dove la media degli occupanti di una vettura è di poco superiore all’unità.

Così per spingere – con forza – l’utilizzo condiviso dell’auto privata arriva l’idea: offrendo parcheggi gratis per un intero giorno. Il progetto è del comune di Milano che ha appena fatto partire la sperimentazione – per ora in aree appositamente riservate, poi si vedrà.

Un paio di consigli non richiesti all’Amministrazione Comunale: il suo compito è di occuparsi delle buche e di sicurezza in strada. Il car pooling si diffonde tranquillamente da solo e molto meglio, se queste due tematiche sono seguite correttamente. Questo è ampiamente dimostrato dall’esistenza di società private che all’estero sono nate e cresciute in totale autonomia. Prendiamo, ad esempio il caso di BePooler: un milione di euro di investimenti, leader del mercato in Svizzera, partner di altissimo livello, tipo Banca Intesa, una rete che si sta espandendo, una tecnologia affidabile e soprattutto costi zero per il contribuente. Un modello di business innovativo, verde, pulito e gratis per il cittadino, che viene incoraggiato a fare la cosa giusta (inquinare meno) dalla propria azienda. Incoraggiato. Non obbligato. Dalla propria azienda. Non da una macchina burocratica che, magari non inquina, ma di certo consuma. Con il rischio, peraltro, di interferire con lo sviluppo di un mercato che sta nascendo.

Per questo possiamo dire che è lodevole l’impegno, per carità. Ma ancor più lodevole sarebbe se prendesse strade diverse e se, prendendole, avesse anche la cura di riasfaltarle come si deve.

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