Milano 30 aprile – Triste, allegro, malinconico, poetico, acrobatico, grottesco, impacciato, sardonico, pensoso, rissoso, politico, musicale: nessun artista più di un clown ha a disposizione una gamma infinita di stati d’animo per giocare su tutti i livelli espressivi. È per questo che nella prima edizione del suo festival di circo contemporaneo, organizzato al Parenti dall’1 al 7 maggio, il circuito ministeriale multidisciplinare C.L.A.P.Spettacolodalvivo ha deciso di puntare l’attenzione proprio sulla figura del pagliaccio intitolando la rassegna «Tendenza Clown» e proponendo sette spettacoli in altrettanti giorni quale vetrina privilegiata e internazionale di evoluzioni e stili. «Portare il circo contemporaneo a Milano in un teatro è una sfida — spiega Laura Cuttini, dal 2015 alla guida di C.L.A.P.Spettacolodalvivo e direttore artistico del festival —. E, se nell’immaginario italiano è ancora molto diffusa un’idea tradizionale del pagliaccio dal naso rosso e grandi scarpe ai piedi, all’estero la figura del clown ha avuto grandi trasformazioni e con Tendenza Clown ne presentiamo alcuni esempi significativi cercando di scalzare i pregiudizi».
La locandina ospita così performance storiche di grandi star come Leo Bassi («L’ultimo buffone») e Avner «The Eccentric» Eisenberg («Exceptions to gravity»), gruppi emergenti come gli LPM («Piti Peta Hofen Show»), gli acrobati virtuosi belgi Okidock (con il pluripremiato «Slips inside») e, in rappresentanza della clownerie musicale, i francesi Les Rois Vagabonds (che aprono il cartellone con «Concerto pour deux clowns») e gli italiani Teatro Necessario (gli unici con un doppio appuntamento: «Clown in libertà» nella pomeridiana del 5 e «Nuova Barberia Carloni», che ha già all’attivo oltre 300 repliche internazionali, il 6).
La forza di «Tendenza Clown» non è però solo la ricchezza della sua proposta performativa, ma anche il convegno internazionale sulla figura del clown aperto al pubblico (il 4 dalle ore 10 alle 17 presso il Café Rouge del Parenti) cui partecipano artisti come Bassi ed Eisenberg, studiosi e docenti come Alessandro Serena (Università Statale di Milano) e Marie Celine Daubagna (Le Lido di Tolosa) e specialisti come Christian Favre (Tendence Clown) e Boris Vecchio (Circumnavigando Festival), interrotti dagli interventi a sorpresa di OnArts/Giulio Lanzafame e ifratellicaproni. «In Italia c’è tanta voglia di clown, ormai diventato una nuova figura d’artista che si confronta con drammaturgia, regia, interpretazione, coreografia — approfondisce la regista e docente Valeria Campo, presidente della Commissione Consultiva Circhi e Spettacolo Viaggiante del MiBACT e fra gli organizzatori del convegno —. Leo Bassi sostiene che la vitalità del clown può essere di ispirazione in questi tempi confusi. Per questo, fra ricordi, curiosità e aneddoti e anche presentando pareri decisamente diversi, cercheremo di rispondere alla domanda se fare il clown sia un mestiere o un modo di essere e sentire».
Daniela Zacconi (Corriere)
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