Milano 30 Aprile – Il copione è sempre uguale: quando la microcriminalità diffusa sfocia in tragedia allora tutti i media si svegliano e dicono che c’è un problema sicurezza.
Serve un 80enne in coma e un immigrato integrato ucciso barbaramente per ricordare ai media e al Sindaco che bisogna fare qualcosa.
Se il rumeno si fosse rubato il Rolex senza stendere un inerme pensionato e i 2 marocchini non avessero voluto strafare per terminare la loro serata di rapine e aggressioni in via Settembrini, la macchina della giustizia italiana procederebbe sonnacchiosa con la stesura di inutlli denunce e il Sindaco ci spiegherebbe sulla stampa quanto è bella Milano da quando c’è lui.
La cosa triste è proprio questa: Sala e il PD pensano sempre di cavarsela con l’annuncio a caldo e poi sperano che i giornali parlino d’altro.
Non è cosi però per i cittadini che sono i primi testimoni dell’illegalità diffusa.
I fatti di sangue, di cui le nostre forze dell’ordine riescono sempre a catturare i colpevoli, accadono perché vi è impunità e rassegnazione verso le migliaia di furti nelle abitazioni, di rapine sui mezzi pubblici e nei locali anche solo per strappare una catenina, di intimidazioni striscianti a donne e anziani, spaccio e altre attività illegali. Lamentarsi di questo stillicidio quotidiano di episodi che non fanno notizia è considerato populismo. Chi lo denuncia è solo un bieco speculatore politico.
E poi passano gli anni, cambia il sentimento di tutta l’opinione pubblica europea, ma la sinistra italiana non vuole ammettete il rapporto esistente fra immigrazione incontrollata e aumento della microcriminalità.
Niente, non riescono a capire che ammassare in una metropoli migliaia di persone senza lavoro, senza prospettive, senza dimore dignitose significa spingerne un bel numero verso attività illegali.
Poi ci scappa il morto e la sinistra vuol dare il segnale: l’ultimo sarebbe il Daspo, un divieto a frequentare certe zone.
Si noti che Forza Italia e il sottoscritto propose un anno fa di introdurre anche a Milano i poteri di ordinanza previsti dal decreto Minniti e i Daspo che scattano per chi non li rispetta. In Consiglio comunale la proposta fu bocciata da tutta la sinistra con mille scuse ridicole.
Oggi, come al solito in ritardo di anni quando si parla di sicurezza, Sala ci dice che ci vogliono i Daspo!
E, visto che ci siamo, riproponiamo come un anno fa di fare un Centro per il Rimpatrio. Altrimenti i migranti senza permesso o addirittura con foglio di via, salvo non ammazzino qualcuno, stanno sempre a reitetare le loro attività illecite e i poliziotti potrebbero pure stancarsi di vederli per strada dopo averli acciuffati.

Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.
L’indecenza regna sovrana nel comune di Milano in mano a ex comunisti che oggi non si capisce più cosa siano e a quale forma di partito appartengano. Almeno una volta erano comunisti e si sapeva, nel bene o nel male, cosa ci si poteva aspettare da loro e per questo godevano di un certo rispetto dalla classe lavoratrice. Oggi questi radical chic di fatto appartengono ad una categoria di politici che è capace di farsi gli affari propri propri molto bene, ma, rispetto ai loro predecessori di sinistra vera, per i cittadini è completamente assente.
Lo dimostrano la realtà dei fatti e le elezioni hanno confermato che i cittadini non sono per nulla soddisfatti di questi politicanti che vorrebbero sembrare ancora di sinistra ma che in effetti sono in netta collusione con tutti i poteri forti ed insieme in pochi anni hanno distrutto il paese.
Leggendo poi l’articolo del Dott. De Pasquale si ha la conferma che, al comune di Milano, hanno anche la faccia al posto del sedere.