Milano 6 Maggio – Erano in possesso di 27 bastoni, 10 spranghe e un coltello i 5 italiani appartenenti all’ ‘area dura’ anarchica denunciati ieri a Milano dalla Polizia nell’ambito del corteo organizzato contro l’Eni e altre multinazionali.
I cinque sono stati bloccati all’angolo fra via Lario e viale Stelvio, nella zona della manifestazione. In auto avevano bastoni, spranghe e il coltello, poi sequestrati. Sono stati identificati e quindi denunciati.
Non ci sono stati momenti di tensione nel corteo che si è aperto con il lancio di un fumogeno. La manifestazione è partita da piazza Duca d’Aosta e vi hanno partecipato circa 300 persone. Alla testa del corteo uno striscione che raffigurava un cane a sei zampe decapitato con accanto la scritta ‘Attacchiamo i padroni e le loro guerre’. Secondo il programma, il corteo è terminato in via Imbonati. La manifestazione è stata organizzata contro l’Eni e altre multinazionali.
Alcuni antagonisti si sono staccati dallo spezzone del corteo e hanno imbrattato con bombolette vetrine, bancomat e saracinesche dei molti negozi e bar chiusi proprio per il passaggio della manifestazione. Qualche commerciante, infastidito per la perdita dell’incasso di giornata, era già pronto con straccio e detergente per pulire le scritte.
Oltre alla ‘A’ di anarchia si leggevano anche slogan come ‘brucia la banca’, ‘più sbirri morti’ e ‘Palestina libera’.
In testa al gruppo una portavoce che ha allontanato la stampa: “Vorremmo dire cordialmente ma neanche troppo ai giornalisti di stare lontani, non li abbiamo mai potuti sopportare perché sono servi del sistema. Preghiamo di stare lontani per evitare scontri. Preferiamo rimangano fuori dal corteo”. In piazza oltre alle bandiere anarchiche c’erano anche quelle palestinesi perché era presente un gruppo che protestava per la decisione di far partire il Giro d’Italia di ciclismo da Gerusalemme. Fra gli striscioni esposti uno raffigurava un cane a sei zampe decapitato con una scritta in arabo, in francese e in italiano: ‘Attacchiamo i padroni e le loro guerre’.
(Ansa)
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