Milano 11 Maggio – “Lo spread torna a fare paura. Dopo la fiammata dell’altro giorno, causata dal rischio di nuove elezioni anticipate dovute allo stallo che si è creato nella formazione del nuovo governo, durante l’apertura delle contrattazioni di questa mattina, lo spread è di nuovo salito fino a 139 punti base, dopo aver chiuso ieri a quota 132. In soli tre giorni, il differenziale di rendimento tra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi è salito di quasi 20 punti base. In rialzo anche il rendimento sul BTP a 10 anni all’1,92%. Nella chiusura di ieri il rendimento sul Bond Maggio 2019 è salito ai massimi dallo scorso ottobre.
La risalita dello spread e dei rendimenti sui titoli di Stato è un evidente segnale di come i mercati stiano guardando con grande apprensione alle trattative per la formazione di un nuovo governo. Per il momento è difficile pensare ad un aumento elevato dei rendimenti sovrani, dal momento che i titoli di Stato sono ancora protetti dall’ombrello della BCE di Mario Draghi, che sta continuando ad acquistarli in massa. Questa relativa quiete finanziaria è tuttavia destinata a cessare entro la fine dell’anno, in quanto i banchieri centrali europei hanno già lasciato intendere che non intendono prolungare oltre il 2018 il programma straordinario d’acquisti dei titoli di Stato dei paesi membri dell’eurozona.
A quel punto, i grandi fondi internazionali hanno già fatto capire, proprio questa settimana, che le conseguenze per i nostri mercati non saranno affatto positive. Molti fondi speculativi, si vocifera nella City di Londra, sarebbero già pronti a svendere i nostri titoli di Stato, nel caso in cui l’economia italiana peggiorasse e nel caso si formasse un esecutivo poco credibile, incerto, lassista sui conti pubblici, assistenzialista, antisistema. C’è poco da stare allegri”.
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