Lo studio. Noia e depressione, anche le bestie ne soffrono

Zampe di velluto

Uno studio del Royal Veterinary College di Londra ha dimostrato che la noia esiste anche tra gli animali e può fare danni.

Non solo il fisico. Anche i cani, i gatti, i pappagalli, possono annoiarsi. Minaccia da non sottovalutare assolutamente negli animali da compagnia. A dirlo sono i risultati di uno studio appena pubblicato sulla rivista «Animai Behaviour»da Charlotte Burn, docente al RoyalVeterinary College di Londra: la ricercatrice ha individuato una serie di parametri per misurare quantitativamente la noia. Un campo di ricerca finora poco battuto, ma importante perché può avere ricadute anche per gli esseri umani. gli animali, se confinati in ambienti privi di stimoli o costretti a compiere attività ripetitive che non gradiscono, provano sensazioni simili alla noia, il che provoca l’insorgenza di comportamenti anomali, tra cui iperattività o maggiore sensibilità a stimoli esterni. Studiare la noia animale è importante perché aiuta a comprendere meglio la noia umana, notoriamente correlata a depressione, comportamenti a rischio e addirittura tendenze criminali. E allora, un cane sano è un cane che può svilupparsi al meglio fisicamente attraverso corse e passeggiate, ma che viene stimolato anche mentalmente. Ci sono esercizi facili da mettere in pratica con la doppia finalità di creare un rapporto stretto e positivo tra uomo e animale che può rendere felice l’animale. Un’educazione mentale adeguata mette in pratica gli esercizi di obbedienza finalizzati a rispondere a comandi più o meno complessi per attirare l’intelligenza dell’animale e le capacità naturali che hanno bisogno di essere stimolate . Senza un training mentale adeguato la mente si assopisce, l’animale si annoia e si potrebbero individuare comportamenti anomali. Il cane come il gatto, hanno bisogno degli altri, di interagire prima di tutto con le persone con le quali vivono. Dunque non permettere che restino a casa da soli troppo a lungo, prestagli attenzione, dedicagli del tempo in modo intelligente. Quando si gioca con l’oggetto (un bastoncino, una pallina da tennis, un gomitolo di lana) attirando l’attenzione, meglio nominarlo per farseli riportare. Noia e depressione sono state rivelate anche in altri animali. Topi di laboratorio ad esempio, non impegnati in alcuna attività, sono stati osservati mangiare cibo che sapevano essere tossico, o manovrare senza alcun motivo interruttori che accendono lampadine. C’è poi il caso di Alex, un pappagallo che, se costretto a ripetere per troppo tempo lo stesso compito di apprendimento linguistico, inizia a dare risposte prive di senso o a fissare il soffitto. (Il Giornale)

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