Da mercoledì torna la Arch Week. Visite guidate e performance per scoprire l’arte più quotidiana
Milano 20 Maggio – L’architettura è quell’arte che ciascuno osserva ogni giorno ma che tutti, come scriveva Walter Benjamin, fruiscono nella distrazione: guidando, camminando, parlando al telefonino … Per una settimana, dal 23 al 27 maggio, la nostra città stimolerà un’attenzione più partecipata all’architettura con la seconda edizione di Milano Arch Week, realizzata da Comune, Politecnico, Triennale e Fondazione Feltrinelli sotto la regia di Stefano Boeri. Una settimana di conferenze, workshop, mostre, itinerari, performance. «Milano nei suoi momenti migliori ha sempre saputo esprimere un’architettura avanzata — racconta Boeri, che è presidente della Triennale —: è successo negli anni `30, ‘6o e oggi; tra cent’anni chi vorrà capire questa fase travagliata dovrà studiare le architetture di Milano». Il tema di Arch Week è quello dello spazio urbano come «laboratorio di idee» da declinare in una rete diffusa riflettendo anche attraverso lecture di protagonisti affermati come Massimiliano Fuksas , Alberto Campo Baeza, Jacques Herzog, Kazujo Sejima, Whang Shu, Toyo Ito (vedi www.milanoarchweek.eu). I temi saranno il futuro delle città, il rapporto con i big data, la mobilità sostenibile, la forestazione urbana, le periferie. Le conversation proporranno un dialogo tra due personalità con coppie come Jacques Herzog e Stefano Boeri, Francesco Librizzi e Cino Zucchi, Alessandro Mendini e Michele De Lucchi. Le mattinate saranno dedicate a passeggiate e visite guidate alle architetture, ma anche ai Vesparch, itinerari urbani in scooter che si concluderanno domenica 27 guidati da Cino Zucchi.
La settimana dell’architettura, come sottolinea l’assessore Filippo Del Corno «è una ulteriore declinazione delle settimane tematiche che generano su Milano nuovi flussi e un arricchimento del patrimonio cognitivo della città». Il rettore del Politecnico, Ferruccio Resta, ricorda come l’iniziativa sia nata da Miarch (una serie di incontri che si svolgevano all’interno dell’ateneo) e come oggi l’universo dell’architettura (8-gmila studenti coinvolti) «si incontri con quello dei nuovi materiali, delle connettività, delle tecnologie, della sperimentazione e della robotica per la gestione dei cantieri al fine di realizzare edifici intelligenti e smart». Il modello di riferimento è dichiaratamente quello dell’ETH di Zurigo che però, in Svizzera, ha generato una risposta complementare facendo nascere una scuola umanistica per architetti (l’Accademia di Mendrisio) che in vent’anni ha soppiantato nel gradimento e prestigio sia Zurigo che la Scuola del Politecnico.
Il terzo polo è la Fondazione Feltrinelli e qui, racconta Francesco Grandi, si segue un palinsesto intitolato «About the city» realizzato con Marco Magatti e Salvatore Settis «in cui si discute di luoghi dei diritti, dei lavori perché in città si gioca il futuro della nostra cittadinanza». Tra i temi: diversità, città inclusiva e diritto alla città, città immateriale.
La presentazione di Milano Arch Week è stata l’occasione per due notizie nel settore. La retrospettiva sul designer Enzo Mari, che si doveva svolgere al Pac, sarà invece realizzata alla Triennale e la prossima settimana apriranno i cantieri per il nuovo Campus del Politecnico (ideato con Renzo Piano), che nelle intenzioni dovrebbe trasformare Città studi «in un centro culturale e di ricerca».
Pierluigi Panza (Corriere)
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