Milano 25 Maggio – Proponiamo la lucida analisi di Alessandro Sallusti da Il Giornale per decifrare meglio le contraddizioni della politica attuale:
Sono arrivati anche a minacciare il Colle di scatenare l’inferno nel Paese se a Giuseppe Conte non fosse stato dato l’incarico di formare il nuovo governo Cinque Stelle sostenuto dalla Lega.
Il padre di Di Battista ha addirittura scritto di essere pronto a saccheggiare il Palazzo. Questo governo, insomma, s’ha da fare e Mattarella, non credo proprio per paura, lo farà. Perché la vera minaccia di Di Maio e Salvini non è stata tanto quella di passare alle mani, ma di passare alle urne, ipotesi che fa più paura a tutti, al Quirinale, ai partiti, ai mercati. Questo finale di partita così assurdo da affidare il governo allo sconosciuto e inesperto Giuseppe Conte – taroccatore di curriculum e incerto pagatore di tasse – non lo si può spiegare solo con la legittima ambizione di due giovani, Di Maio e Salvini, a occupare poltrone importanti. Ci deve essere dell’altro, un non detto che chissà quando scopriremo.
Con il senno di poi, per esempio, appare ancora più inspiegabile la decisione di Mattarella di negare al Centrodestra unito la possibilità di trovare in Parlamento i pochi numeri che gli mancavano a essere maggioranza. Se l’alternativa a questa ipotesi era di finire nelle mani di tale Giuseppe Conte cioè il nulla , tanto valeva provarci. Forse la paura non era che il tentativo del Centrodestra potesse fallire, ma viceversa. Cioè che Berlusconi, Salvini e Meloni potessero diventare maggioranza di una legislatura che è bene ricordarlo e non sottovalutarlo eleggerà il prossimo capo dello Stato (e oltre 250 alte cariche di aziende ed enti pubblici di primaria importanza).
Spaccare il Centrodestra non è stata una scelta degli elettori, che anzi hanno risposto compatti, sia pure con pesi diversi rispetto al passato, ma è stato qualcosa di studiato a tavolino probabilmente anche prima del 4 marzo. Troppe cose non tornano nella narrazione ufficiale, troppe le contraddizioni logiche e politiche di un’alleanza contro natura e contro gli elettori che hanno votato bianco e si ritrovano nero. Dicono che durerà poco. Non ci scommetto, e non certo perché l’esordio di Conte mi abbia colpito positivamente (anzi, semmai il contrario, compresa la sceneggiata di lasciare il Quirinale in taxi).
È che con qualche provvedimento a costo zero da dare in pasto all’opinione pubblica (per esempio una nuova legge sulla legittima difesa) Di Maio e Salvini, via Giuseppe Conte, proveranno a sviare l’attenzione dai problemi veri e dalla loro incapacità di risolverli.
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