Giancarlo Perego ricorda Walter Tobagi, ucciso il 28 maggio 1980

Attualità
Milano 28 Maggio – Un collega di 7 mi ha girato questa fotografia. 28 maggio 1980, via Salaino a Milano. Coperto da un lenzuolo il corpo di Walter Tobagi, inviato speciale del Corriere della Sera e presidente dell’Associazione giornalisti della Lombardia. Walter è appena stato assassinato da quattro terroristi (oggi tutti liberi).  Una giornata terribile per tutti.
Walter ho imparato a conoscerlo nel 1978 quando sono entrato nel cdr del Corriere in rappresentanza dei corrispondenti locali e dei collaboratori articolo 2. Tobagi faceva già parte del cdr. Anche se in minoranza, quando parlava diventava  difficile ribattere. Una marcia in più. Più colto, aveva metodo, non perdeva mai la calma. Cattolico, riformista, socialista, ma soprattutto un giornalista. Un solo grande punto fermo: l’autonomia professionale. Autonomia dai partiti, dalla finanza, dai poteri. Un’ossessione. Nelle tante riunioni alla Colline pisane, in preparazione di incontri con editori o assemblee, Walter e i suoi amici hanno sempre messo al centro di ogni pensiero e ogni azione sindacale, il giornalista. Sempre. Ero lì’.
Erano momenti un cui s’imparava molto. Non si può “sentirsi” un giornalista perché in fondo ad un articolo c’è la tua firma. C’è l’etica, l’autonomia, l’approfondimento, la verifica, la qualità delle fonti e tante altre cose. Un giornalismo di servizio. Tobagi voleva prima capire bene e poi spiegare. Come spiegò benissimo qualche settimana prima di essere ucciso sul Corriere che i “terroristi non sono samurai invincibili”. Permettetemi di trascrivere una frase di Walter: ….non sono le parole tonanti, ma i comportamenti di ogni giorno che modificano le situazioni, danno senso all’impegno sociale….”. Sì, senza paure da una parte sola, quella dei lettori (da recuperare) e dei giornalisti. Grazie Walter. Un pensiero a tua moglie Stella, ai tuoi figli Luca e Benedetta.
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post del giornalista Giancarlo Perego 

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