Milano 1 Giugno – Nasce finalmente dopo 85 giorni un governo. E’ il frutto dei numeri che mancano a tutte le coalizioni votate dagli elettori il 4 marzo. Quindi era l’unico governo politico possibile. Ma qui finiscono le note positive.
E’ vero che i governi si giudicano dalle cose fatte e che sarà difficile rimpiangere i 5 anni del “bomba” Renzi e del “Moviola” Gentiloni, buoni soli ad assistere all’invasione di migranti e alla crescita di debito e deficit pubblico mentre l’economia cresceva dello zero virgola.
Però qui abbiamo 2 partiti, Lega e M5S, uniti dal fatto di rappresentare il nuovo ma divisi dai programmi e dalla loro base elettorale e territoriale, che chiede cose opposte.
Vedremo se avere un Presidente del Consiglio e 18 ministri che non hanno mai fatto questo mestiere e, a partire dal Ministro del Lavoro, non hanno mai fatto un lavoro, porterà qualche vantaggio. Mi preoccupano tantissimo i ministri grillini alle infrastrutture (che rimarranno ferme), alla Giustizia (che sarà in mano ai giustizialisti), alla Difesa (che sarà in mano ai pacifisti). Di Maio poi governerà lo Sviluppo economico e il lavoro e abbiamo detto tutto. Di fondo è la superficialità di questi personaggi da social netwok che preoccupa. Confido solo che Salvini, per non perdere la faccia, provi a smontare la costosa e dannosa macchina della accoglienza.
Grazie alla ubriacatura dell’antipolitica i vincitori delle elezioni pensano che basti mettere insieme una lista di slogan (il contratto) senza manco avere le coperture per governare. Invece ci sarà da prendere decisioni, scrivere norme, confrontarsi con la UE, senza mandare a ramengo i risparmi degli italiani.
La personalizzazione di questa crisi politica attorno alle figure di Mattarella, Salvini e Di Maio può dare l’impressione che ci siano solo loro in campo. Non sarà così, perché in Italia e soprattutto nel Nord del paese ci sono tanti interessi e tanti valori che non sono rappresentati da questo governo a trazione grillina.
Certo ci sarà bisogno di una opposizione pronta ad ascoltare e a battere strade e piazze ma anche a studiare i problemi più dei nuovi governanti.
Ma in politica i vuoti si riempiono e tempo le elezioni europee vi sarà chi darà rappresentanza al blocco sociale che vuole difendere lavoro, libertà, impresa, famiglia, proprietà e risparmi. Con equilibrio, senza rivoluzioni. E a quel punto anche per la Lega diventerà insostenibile farsi logorare dal governo dei dilettanti.
Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.
Egregio consigliere De Pasquale la strana coppia mi lascia veramente perplesso tenendo conto che uno della coppia è un vostro alleato. Alleato? Quello che ora preoccupa i cittadini ancora pensanti con la loro testa è come riusciranno i gialloverdi a realizzare il loro impossibile contratto senza mettere le mani nelle tasche degli italiani. E’ una bella domanda a cui penso neppure lei abbia una risposta, però la domanda da cittadino se la sarà posta, credo!
Lei nel suo articolo asserisce che l’opposizione si rigenera?! Onestamente non vedo tutta questa rigenerazione, però, lo spero veramente tanto e la speranza deve essere l’ultima a morire.
Speriamo, però, di non dover morire prima noi cittadini, mentre i politici romani brindano alla faccia nostra, come al solito.