Quante storie..quanti criticoni in giro, tutti custodi della purezza della lingua, quasi fossero tutti accademici della Crusca o giù di lì. Sì ho detto “Se lavoreremo bene potremo ricucire il Paese soddisfando le esigenze delle persone”. E se chi ascolta è in buona fede, capisce che c’è tanta voglia di fare. D’altronde fando tante cose, cercando di mediare le tante troppe parole in libertà, può scappare un congiuntivo o un gerundio sbagliato. Guardiamo alla sostanza…non sono premier, ma vice premier di un Conte che riferirà, discuterà, deciderà con me. Fando scelte giuste, i cittadini saranno contenti. E io soddisfando gli amici del Movimento, mi sono circondato di benevolenza, senza opposizioni interne. Perché oggi la Casta siamo noi, diciamolo sottovoce, ma, con tutte le nomine che ancora si devono fare, avremo potere e rispetto. Naturalmente li gestiremo pensando e soddisfando i cittadini, quel popolo che ci ha regalato l’Olimpo. Mi dispiace fare qualche svarione quando parlo, soprattutto per mia madre che ci ha fatto mangiare verbi e consecutio temporum a pranzo e a cena. Il fatto è che l’immediatezza del linguaggio, fando mille pensieri, rispondendo a mille domande l’intenzione corre più veloce delle parole. Ma per i post, prometto, assumerò un correttore di bozze. (Difesa immaginaria di Giggino Di Maio)
Una curiosità: ma quale azienda assumerebbe Di Maio? Eppure è il nostro ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, nonché vicepremier.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano