9 giugno: Casa Testori presenta PERSONA di Filippo Berta e Christian Fogarolli

Cultura e spettacolo

Milano 8 Giugno – Casa Testori presenta PERSONA di Filippo Berta e Christian Fogarolli, un progetto espositivo a cura di Carlo Sala. La mostra, che inaugurerà sabato 9 giugno 2018, è il secondo appuntamento della rassegna Pocket Pair, che occupa il piano terra della dimora natale di Giovanni Testori.

I due artisti hanno lavorato attorno al tema che è evidenziato dal titolo “Persona”. Un titolo semplice che però evidenzia una questione capitale per il nostro tempo. Qual è lo spazio di libertà che l’individuo ha rispetto ad un contesto sempre più omologato, che tende ad incasellarlo in schemi prestabiliti? In che modo l’arte riesce ad essere un’affermazione ostinata di questo spazio di libertà? Naturalmente il tema vive delle sollecitazioni che vengono da un personaggio come Giovanni Testori, che è nato e ha abitato tutta la vita in questo luogo, un intellettuale irriducibile ad ogni incasellamento e che ha sempre messo la “persona” al centro della sua poetica e delle sue prese di posizioni pubbliche. Per questo i due artisti nel progettare la mostra, che fa ricorso a tanti mezzi espressivi come fotografie, sculture, installazioni, opere video, hanno preso spunto da alcuni risvolti biografici dello stesso Testori.

Nel lavoro di Filippo Berta è la messa in scena di piccoli gesti quotidiani a far emergere la conflittualità e le tensioni insiti nel rapporto tra uomo e società. La serie di video e fotografie è l’esito di performance collettive dove azioni all’apparenza banali assumono un valore allegorico per smascherare il conformismo diffuso: nel dittico Just One (2017) il manto di lana di una pecora – bianco, di una bellezza uniforme – è tosato per allestire un elogio dell’imperfezione. Il tema del fallimento diviene metaforico in lavori come Allumettes 2 (2013), Forma perfetta (2017) o Sulla retta via (2014): quest’ultimo presenta un gruppo di persone che tenta di camminare in fila indiana seguendo il fugace confine tra la terra e il mare definito dalle onde. Una linea che si spezza continuamente evidenzia così l’impossibilità per l’uomo di trovare un equilibrio tra la sua primigenia natura emotiva e l’aspetto razionale necessario all’adesione al corpo sociale. In Déjà vu (2008) la sfida apparentemente ludica del tiro alla corda tra sei coppie di gemelli porta a una riflessione sulla competitività insita al nostro vivere.

Christian Fogarolli, ripercorrendo il rapporto tra arte e discipline scientifiche, indaga il sottile confine tra normalità e devianza insieme al carattere arbitrario delle relative categorizzazioni. Quest’aspetto è particolarmente evidente nel lavoro Leaven (2017), composto da una teca contenente i manuali pubblicati negli Stati Uniti dal 1952 al 2015 per classificare le malattie mentali che rendono palese come, negli ultimi cinquant’anni, un ristretto gruppo di studiosi ha determinano il concetto (assai mutevole) di “normalità” per l’intero genere umano. L’immaginario scientifico si riverbera in vari lavori: dalla scultura Midólla (2017) che trasferisce analogicamente sul marmo un’immagine di inizio Novecento raffigurante il midollo spinale di un malato mentale a Placebo (2018), giocata sulla relazione tra naturale e artifizio, fino a Misura di prevenzione (2017), una installazione che ricorda lo strumento della livella ad acqua usata fin dall’antichità, figurando così il concetto di squilibrio chimico, oggi considerato alla base di alcuni disturbi mentali. Infine, la scultura Loose (2017), dove lo spettatore deve relazionarsi con l’opera per riuscire pian piano a cogliere l’immagine-identità che emerge da un gioco di rifrazioni in una superficie specchiante.

In occasione della mostra, gli autori propongono due lavori inediti sulla base delle suggestioni ricevute dal luogo e dal pensiero testoriano. Christian Fogarolli, nella nuova opera del progetto Stone of madness (2018), si rifà alle credenze di area nordeuropea del tardo Medioevo e Rinascimento (ma anche presenti nella civiltà preistoriche) che imputavano le devianze comportamentali, come follia o stranezza, alla presenza di una pietra nel cranio umano. Il lavoro è composto dalla fotografia analogica di un encefalo con una pietra incastonata al suo interno, una fluorite, che modifica il proprio tono cromatico grazie all’intervento dello spettatore invitato a interagire con uno strumento a luce ultravioletta.

Filippo Berta presenta la performance inedita A nostra immagine e somiglianza #2 (2018), secondo capitolo di un trittico che indaga la reazione tra l’individuo e le norme imposte dalle convenzioni sociali e dai dogmi religiosi. Nel corso dell’azione un feticcio-idolo viene usato in modo ludico come un qualsiasi oggetto domestico.

Sabato 9 giugno alle 18.00 durante il vernissage il piano sotterraneo di Casa Testori ospiterà la performance inedita di Filippo Berta A nostra immagine e somiglianza #2.

POCKET PAIR II:

PERSONA

di Filippo Berta e Christian Fogarolli

a cura di Carlo Sala

Casa Testori (largo Angelo Testori, 13), Novate Milanese (MI)

inaugurazione: sabato 9 giugno 2018, dalle ore 18.00

con performance A nostra immagine e somiglianza #2 di Filippo Berta

in mostra dal 10 giugno al 22 luglio 2018

ingresso libero, orari: martedì – venerdì 10.00-13.00  14.00-18.00; sabato, domenica 15.00-20.00
www.casatestori.it | info@casatestori.it | tel. +39.02.36589697

UFFICIO STAMPA CASA TESTORI

Maria Grazia Vernuccio

mariagrazia.vernuccio@gmail.com | tel. +39 3351282864 |

POCKET PAIR: CASA TESTORI SCOMMETTE SUL TALENTO

All’interno della programmazione 2018-2019, Casa Testori presenta Pocket Pair, una rassegna curata da Marta Cereda che si propone di sottolineare la vocazione laboratoriale dello spazio di Novate Milanese come centro sperimentale di produzione culturale sul territorio.

Pocket Pair è una scommessa: affidare a cinque curatori il piano terra di Casa Testori per la presentazione di una mostra bipersonale ciascuno. L’idea nasce dall’espressione che si usa nel gioco del poker e che indica la situazione in cui un giocatore ha due carte dello stesso valore. Ecco allora che una serie di curatori sono invitati a presentare le proprie proposte, i talenti su cui intendono scommettere.

Alberto Zanchetta, Carlo Sala, Alessandro Castiglioni, Ivan Quaroni, Daniela Persico: questi i nomi dei cinque curatori chiamati a mettersi in gioco negli spazi della dimora Natale di Giovanni Testori.

aprile – maggio 2018 | Alberto Zanchetta presenta Matteo Fato e Nicola Samorì

maggio – luglio 2018 | Carlo Sala presenta Filippo Berta e Christian Fogarolli

febbraio – marzo 2019 | Alessandro Castiglioni presenta Alessandra Ferrini e Jacopo Rinaldi

aprile – maggio 2019 | Ivan Quaroni presenta Silvia Argiolas e Marica Fasoli

giugno – luglio 2019 | Daniela Persico presenta Giulia Bruno e Micol Roubini

Note biografiche

Carlo Sala, critico d’arte, curatore e docente al Master in Photography dell’Università IUAV di Venezia. È membro del comitato curatoriale della Fondazione Francesco Fabbri Onlus per cui si occupa della curatela scientifica del Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee e del festival F4 / un’idea di Fotografia.

Nel 2010 ha curato con Nico Stringa il Padiglione Venezia alla 12. Mostra internazionale di Architettura, People meet in architecture, Biennale di Venezia. Collabora come curatore indipendente con realtà museali e con gallerie private.

Suoi saggi e testi critici sono apparsi in varie pubblicazioni edite, tra gli altri, da Allemandi, Marsilio, Mimesis, Bruno Mondandori e Skira.

Filippo Berta (Treviglio, 1977), dal 2012 al 2017 ha esposto al Museo MADRE di Napoli, al MSU-Museo Arte Contemporanea di Zagabria, Croazia, al Museion Museo Arte Contemporanea di Bolzano, al Jonkopings Lans Museum (SE), alla Staedtischegalerie di Brema (DE), al State Museum of Contemporary Art di Salonicco (GR), al Museo di Pori (FIN), al Victoria Art Center di Bucarest (RO), al Center for Cultural Decontamination, CZKD, Belgrado (SR), al Matadero Centro Creativo Contemporaneo, Madrid (SP), alla Galleria 400, Chicago (USA), al MAO-Museo dell’Architettura e del Design della Slovenia. Ha partecipato alla Biennale di Salonicco (GR, 4a e 6a edizione), alla Biennale di Curitiba (BR, 34a edizione), alla Biennale di Praga (CZ, 5a edizione) e alla Biennale di Mosca – Young Art (RU, 3a edizione). è stato selezionato alle residenze per artisti come: Fondazione Ratti di Como, Fondazione Spinola Banna di Poirino (TO).Ha preso parte a festival come: Festival Internazionale di Sarajevo (2014, 30a edizione), International Konst Film (2013, Svezia), Corpus 3 (2012, Napoli), Romaeuropa Festival (2012, Roma), Tulca-After the fall (2011, Galway, IR), European Performance Art Festival (2011, Varsavia, PL). Nel 2015 vince il Premio Fondazione MIA di Bergamo. Nel 2014 vince il Premio Maretti, La Habana (Cuba) ed è finalista al Talent Prize di Roma. Nel 2008 è tra i vincitori del Premio Internazionale della Performance, Galleria Civica di Trento, 4a edizione.

Christian Fogarolli (Trento, 1983), ha conseguito nel 2010 un Master in studio, diagnostica e restauro di dipinti antichi moderni e contemporanei presso l’università di Verona ed ha ottenuto una laurea specialistica in conservazione dei beni culturali presso l’università di Trento.

Ha mostrato le sue ricerche in manifestazioni come dOCUMENTA(13) con la presentazione esclusiva del progetto di ricerca Lost identities (2012); il Museo Mart di Rovereto (2013); 54° Biennale di Venezia (2011); Artissima, Lingotto Torino (2013/15/17); Galleria Civica, Trento (2014); La Maison Rouge di Parigi (2014); Artbrussels (2015/16); de Appel arts centre of Amsterdam (2015); 5th Moscow International Biennale (2016); Hunterian Museum di Glasgow (2017); Gayté Lyrique di Parigi (2017); Haus der Kulturen der Welt di Berlino (2017); ARCO Madrid (2018); Hrdlicka Museum of Man, Praga (2018). Ha di recente ricevuto premi di ricerca e residenza presso il College of Physicians and Mütter Museum of Philadelphia e Futura center for contemporary art a Praga (2018). Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private tra le quali l’AGI Collection veronese, la collezione Antoine de Galbert, Rotary Club International, il fondo d’archivio di dOCUMENTA in Kassel, Hollander – Barzilaï Collection in Bruxelles, Collezione Intesa San Paolo, Fondazione Benetton.

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