Al “villaggio” dei Rom regolari ben pochi pagano i 90 euro d’affitto

Milano

Milano 9 Giugno – Le casette Rom del villaggio di via Martirano voluto da Pisapia per le famiglie sgomberate dal vicino campo troppo degradato, erano state salutate come una intuizione e realizzazione d’avanguardia per l’igiene, l’estetica e i servizi. Repubblica, in tono trionfalistico, le descriveva nel 2014 così «Le “casette”, come le chiamano

Villaggio rom nel 2014

all’assessorato comunale alla Coesione sociale, sono pronte. In ognuno dei prefabbricati c’è il bagno con doccia, il salotto con cucina a incasso, e i comodini in entrambe le stanze da letto, una pensata per i genitori e l’altra per i bimbi. In alcune strutture sono già state trasportate anche le reti dei letti e in tutte i pavimenti sono stati rivestiti con linoleum “effetto parquet”. Ciascuna casetta ha di fronte un piccolo giardino privato, delimitato da una rete. Sul cancello esterno di ogni abitazione è scritto a pennarello il nome della famiglia che dovrà viverci. Il costo di ciascuna delle 20 casette è di circa 19mila euro, compresi gli impianti, l’allacciamento alla rete idrica e a quella elettrica.» Per dire che si è pensato proprio a tutto. Una vera attenzione di sensibilità. Ma i patti erano chiari. Riferisce Il Giorno “Tra le regole da seguire: il pagamento di un affitto di 90 euro mensili. I nomadi pagano? Su 14 nuclei, apprendiamo dall’assessorato alle Politiche sociali, la metà è inadempiente. Tradotto, non ha mai versato neppure un euro. Sulle altre non abbiamo dati ufficiali ma pare che il modello seguito sia “ognuno dà quel che può”, detto in parole spicce. Adesso si è in fase di rinnovo dei contratti di locazione che prevedono «un piano di rientro in 24 mesi» per chi ha degli arretrati, fa sapere sempre il Comune. Oltre a versare le cifre dovute, i nomadi dovranno proseguire il percorso finalizzato all’autonomia, supportati da operatori: la ricerca di una casa e di un lavoro in primis. E potranno contare sui servizi sociali per la compilazione di documenti e altro, anche per presentare domande o partecipare a bandi relativi a “misure di contrasto alla povertà”. Altro requisito per restare nel villaggio è la frequenza scolastica dei minori. “

Ma  c’è  l’obbligo tutto da verificare: vivere nella legalità e tenere in ordine gli spazi personali e comuni. Quanti avranno i requisiti?

Soprattutto, a quanti milanesi servirebbe una casetta così, ma non possono averla semplicemente perché non sono rom?

Olga Molinari

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