Milano 14 Giugno – È il governo francese del Presidente Emmanuel Macron il miglior alleato del governo giallo-verde italiano guidato da Giuseppe Conte e segnato dal revisionismo del ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Un alleato ovviamente inconsapevole, ma fin troppo efficace. L’ostilità mostrata da Parigi nei confronti della chiusura dei porti italiani è riuscita in un colpo solo a risvegliare l’intera Europa sul problema dell’immigrazione considerato per troppo tempo solo una questione interna italiana, a compattare l’alleanza di governo tra Lega e Movimento 5 Stelle incrinata dalla vicenda dell’Aquarius, a spingere l’opinione pubblica nazionale a solidarizzare con Salvini e a far passare sotto silenzio la nomina di viceministri e sottosegretari privi di qualsiasi esperienza governativa.
Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e soprattutto Matteo Salvini, quindi, debbono ringraziare i cugini d’Oltralpe per la loro generosità niente affatto voluta. Ma esaurita la pratica dei ringraziamenti i governanti italiani si debbono affrettare a presentare ai partners europei una proposta concreta sul problema dell’immigrazione. Perché il caso Aquarius ha dimostrato che per troppo tempo l’Italia è stata lasciata sola a fronteggiare un problema che riguarda l’intero continente. Ma anche perché, proprio per questa ragione, spetta al nostro Paese fornire una indicazione convincente e concreta di come l’Europa debba affrontare la questione.
La soluzione dell’accoglienza indiscriminata, che l’Italia ha adottato per l’intera durata del governo di Matteo Renzi in stretta sintonia con la Chiesa di Papa Francesco e che l’ex ministro Marco Minniti ha corretto nel corso dell’anno passato, è ovviamente impraticabile. Altrettanto inapplicabile è quella del blocco delle frontiere marittime e dei respingimenti irrealizzabili. Rimane allora solo la soluzione rappresentata dagli accordi con i governi dell’Africa del Nord e con tutti i signori della guerra che operano come schegge impazzite e ricattatrici nella sponda meridionale del Mediterraneo?
Fino ad ora la strada seguita dal Governo Gentiloni ha consentito di ridurre il flusso dei migranti. Ma distribuire denaro a pioggia è un risposta temporanea ed estremamente pericolosa. Perché espone chi paga a ogni forma di minaccia e di imposizione. Ne consegue che la soluzione da proporre non può non essere più alta e prevedere una strategia europea di stabilizzazione, di sostegno e di sviluppo delle aree più instabili e disastrate del continente africano: un grande piano di solidarietà e di cooperazione.
Ma si può solo pensare a questa ipotesi se la Francia di Macron continua a imitare quella di Nicolas Sarkozy e a comportarsi in Africa e in Libia con la logica e i metodi del vetero-colonialismo?
Arturo Diaconale (L’Opinione)
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